Timor Est: presidente minaccia dimissioni, il Paese trema

In un discorso alla nazione Xanana Gusmao, "vergognato" per i fatti accaduti nel Paese, attacca il contestato premier: "Ora si assuma la responsabilità della crisi che stiamo attraversando". E tra la popolazione si teme il peggio.


Dili (AsiaNews) – A Timor Est tutti sperano che le minacciate dimissioni del presidente non avvengano. Fonti locali di AsiaNews riferiscono che l'eventuale rinuncia di Xanana Gusmao all'incarico di capo di Stato farebbe ripiombare il giovane Paese in una spirale di violenze, delle proporzioni di quelle subite nel processo di indipendenza dall'Indonesia.

Ad annunciare le sue dimissioni per domani è stato lo stesso Gusmao, che in un discorso in diretta Tv ha attaccato duramente il primo ministro, ritenuto responsabile della crisi in cui da due mesi versa il giovane Stato. "Domani - ha dichiarato Gusmao, ex leader della resistenza all'occupazione indonesiana – invierò una lettera al Parlamento per informarlo che mi dimetto da presidente della Repubblica, perché mi vergogno di tutte le brutte cose che sono accadute".

Il discorso del presidente segue di poche ore la decisione del Fretilin, ex movimento indipendentista ora partito di maggioranza, di sostenere il contestato primo ministro Mari Alkatiri, che lo stesso Gusmao ieri aveva sollecitato a dimettersi. Secondo analisti locali "la mossa di Gusmao va letta come un ultimatum al Fretilin, a cui appartengono entrambi i leader politici, di decidere se far precipitare il Paese nel caos o cercare di salvarlo".

La crisi è scoppiata dopo la decisione del premier di radiare dall'esercito 600 soldati - il 40% delle forze armate - che scioperavano lamentando discriminazioni su base etnica.

In una lettera indirizzata al primo ministro, il capo di Stato ha reso noto di "aver perso la fiducia nella sua leadership", dopo le prove emerse del suo legame con bande armate civili presumibilmente ingaggiate per eliminare i suoi avversari politici. Alkatiri nega ogni coinvolgimento nella vicenda, per la quale è ora agli arresti domiciliari l'ex ministro degli Interni, Rogerio Lobato.

La critica ad Alkatiri è durissima: Xanana chiede al primo ministro "di assumersi la responsabilità della crisi che stiamo attraversando, in termini di sopravvivenza stessa dello Stato di diritto e della legalità democratica".

Difficile dire come evolverà la situazione, con Alkatiri che da settimane non cede alle numerosi pressioni che lo vogliono fuori dal governo e ormai appoggiato solo dal suo partito e Gusmao che oltre alla popolazione ha di recente guadagnato l'appoggio dell'esercito.