Card. Zen: "La democrazia è un bene per Hong Kong e per la Cina"
di Kevin Wang
Più di 58 mila persone, fortemente motivate, hanno partecipato alla marcia per la democrazia. La polizia tende a diminuire le stime.

Hong Kong (AsiaNews) – "Il suffragio universale qui, sarà un bene per Hong Kong e per la Cina": lo ha detto il card. Joseph Zen, vescovo di Hong Kong, ai 300 cattolici radunati in preghiera prima della marcia per la democrazia svoltasi ieri da Victoria Park fino agli uffici del governo nel quartiere di Admiralty. Il card. Zen, un grande sostenitore della democrazia nel territorio, ha ricordato che vari politici locali e della Cina affermano che, siccome l'economia di Hong Kong è in ripresa, non c'è bisogno di democrazia. Alcune frange dell'imprenditoria e dei politici pro-Pechino difendono anzi l'idea che la democrazia è un male all'economia. "Queste opinioni – ha commentato il porporato – cercano di mettere in opposizione economia e politica. In realtà, il suffragio universale è un grande aiuto per il benessere della popolazione". "Questo – ha continuato - è il nono anniversario dal varo della Regione di Hong Kong a statuto amministrativo speciale; la Basic Law [la mini-costituzione, firmata anche dalla Cina - ndr] prometteva al popolo di Hong Kong un alto grado di autonomia… Ma la situazione attuale sembra contraddire questa affermazione. Non vi è stato alcun progresso, e anzi sembra vi sia qualche passo indietro". La diocesi di Hong Kong e le comunità protestanti sono da più di un anno impegnate in un braccio di ferro col governo, che vuole controllare (e forse nazionalizzare) le scuole del territorio. "Confidiamo in Dio – ha concluso il cardinale – per rinfrancarci. Se perseveriamo, raggiungeremo il nostro scopo". Tutta l'assemblea ha poi pregato per la società di Hong Kong, perché vi sia pian democrazia e perché la dignità e i diritti della popolazione siano riconosciuti.

Gli organizzatori della marcia, dal tema "Giustizia, Uguaglianza, Democrazia", hanno chiarito che essa non è una sfida a tutto campo contro Pechino o il governo di Hong Kong, ma un'attuazione del principio [di Deng Xiaoping- ndr] "un paese, due sistemi".

"La marcia non è una sfida al governo centrale di Pechino", ha detto Anson Chan. "Essa vuole essere un'espressione del nostro desiderio di democrazia". La Chan, ex segretaria generale nell'ultimo governo inglese e nel primo sotto la Cina, ha aderito ufficialmente alla marcia per la prima volta. La sua presenza ha spinto molti a parteciparvi.

Secondo gli organizzatori almeno 58 mila persone hanno sfilato per le vie del centro. Ma secondo la polizia – che ha offerto dati contrastanti – i partecipanti erano al massimo 28 mila.

La marcia per la democrazia è diventa una tradizione dal 1 luglio 2003, quando oltre mezzo milione di persone si riversarono nelle strade per contestare una bozza di legge anti-sedizione e criticare i fallimenti del primo governatore scelto dalla Cina, l'armatore Tung Chee-hwa.

Un'inchiesta svolta ieri dall'università di Hong Kong, mostra che più del 96% dei partecipanti alla marcia affermano che la democrazia è "molto importante" o "importante"; il 73% è andato alla marcia perché insoddisfatto dal governo di Hong Kong; il 66% è insoddisfatto col governo di Pechino. L'88% dei partecipanti era totalmente d'accordo con lo slogan della marcia.