Si aggrava lo scontro a Gaza, 24 morti

Il primo ministro Hanyieh ordina alle forze palestinesi di sparare sui soldati israeliani. In Consiglio di sicurezza un documento che chiede il ritiro di Israele. Ancora nessuna notizia del caporale Shalit.


Gaza (AsiaNews/Agenzie) – La nuova incursione militare di Israele all'interno della Striscia di Gaza ha causato fra ieri e questa mattina la morte di 23 palestinesi, per la maggior parte civili, e di un soldato israeliano. L'attacco, ordinato dal premier Ehud Olmert, ha come obiettivo la liberazione del caporale israeliano Gilad Shalit, del quale non si hanno tuttora  notizie. Ma Saeed Seyam, ministro palestinese dell'Interno, ha chiesto alle forze di sicurezza palestinesi di "prendere le armi contro gli israeliani" ed ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale.

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, nel frattempo, sta discutendo su una bozza di risoluzione che chiede l'immediato ritiro delle truppe dello Stato di Israele dalla striscia, sgomberata dieci mesi fa, ed il rilascio dei funzionari governativi palestinesi arrestati la settimana scorsa. Per Washington le richieste della comunità internazionale sono "sbilanciate".

Beit Lahiya è stato uno dei punti più colpiti dall'offensiva aerea: un bombardamento a tappeto durato tutta la giornata di ieri ha ucciso undici palestinesi e ferito in maniera grave altri tre. Duro anche l'attacco contro la città settentrionale di Jenin, dove il fuoco israeliano ha ucciso un ragazzo di sedici anni e ferito un numero imprecisato di persone.

"La nostra presenza - ha spiegato alla radio israeliana il ministro delle Infrastrutture, Benyamin Ben-Eliezer - non significa che intendiamo restare nella striscia di Gaza. Vogliamo soltanto impedire che da qui sparino contro le nostre città". Dello stesso avviso Amir Peretz, ministro della Difesa, che ha aggiunto: "Nessuno può considerare il ritiro dalla Striscia come una garanzia che Israele non possa raggiungere territori nei quali sente di non avere altra scelta che intervenire".

Dal canto suo, il primo ministro palestinese, Ismail Haniyeh, di Hamas, ha definito l'offensiva "una punizione collettiva" ed ha chiesto alla comunità internazionale di intervenire per fermarla.