Il segretario della Lega araba a Damasco per discutere con Hamas della crisi di Gaza
di Jihad Issa
Il capo dell'Ufficio politico del movimento fondamentalista ufficialmente ribadisce la sua richiesta di uno scambio di prigionieri.

Damasco (AsiaNews) – Si muove anche la Lega araba nel tentativo di trovare una soluzione alla crisi di Gaza. Vanno letti in tal senso l'imprevista visita del segretario generale della Lega, Amr Moussa in Siria, dove è stato ricevuto dal presidente Bachar El Assad e dal vice-presidente Farouk El Chareh, ed i suoi incontri di ieri con il capo dell'ufficio politico di Hamas, Khaled Meshal. La stampa siriana odierna sostiene che "la visita mirava a porre fine alle sofferenza del popolo palestinese, dopo gli ultimi sviluppi della situazione nei territori palestinesi ed in particolare nella città di Gaza, dopo il sequestro del caporale israeliano Shalit e le condizioni poste da Hamas per il suo rilascio".

Ufficialmente Meshal ha ribadito la posizione del suo movimento di non fare alcuna concessione al governo d'Israele, "mentre prosegue l'aggressione", ha insistito sullo "scambio di prigionieri" per risolvere il problema, auspicando un intervento da parte della Lega araba.

La presidenza siriana in un comunicato ufficiale reso pubblico oggi, sottolinea il tono positivo delle discussioni tra Assad e Amr Moussa. Nel corso dei colloqui, afferma il documento, sono stati studiati gli ultimi sviluppi della situazione nell'Iraq e la necessità di convocare una conferenza di riconciliazione nazionale, sotto l'egida della Lega araba. Si è anche sostenuta la necessità di accelerare gli sforzi per ristabilire "sani rapporti" tra il Libano e la Siria.

Oggi a Damasco è stata anche organizzata una manifestazione – normalmente proibite - che, guidata da esponenti siriani e palestinesi, ha attraversato la piazza di Youssef El Azma, nel centro della città, per esprimere solidarietà con il popolo palestinese e contro l'aggressione d'Israele. Sono stati gridati slogan contro gli Stati Uniti e contro Israele, e critiche al silenzio internazionale di fronte al massacro del popolo palestinese.