Pechino: conclusa la "campagna educativa" del Pcc per frenare la corruzione

Nel corso del 2005, la dirigenza nazionale ha cacciato quasi 45 mila iscritti per reati collegati alla corruzione. Previsto per i prossimi due anni un nuovo giro di nomine ad ogni livello dirigenziale.


Pechino (AsiaNews/Scmp) – Il governo cinese ha concluso la "campagna di educazione ideologica" a cui hanno partecipato tutti gli iscritti al Partito Comunista cinese e le organizzazioni a contatto con la popolazione, lanciata 18 mesi fa per cercare di fermare il malcontento pubblico che nasce dalla dilagante corruzione dei suoi membri. Lo ha spiegato ieri nel corso di una conferenza stampa a Pechino Ouyang Song, vice presidente del Dipartimento organizzazione della Commissione centrale del Partito.

La dirigenza centrale del Partito Comunista cinese è stata costretta ad espellere nel corso del 2005 44.738 quadri dirigenziali di medio ed alto livello per cercare di mettere al riparo la sua immagine dalle accuse di corruzione e mantenere la sua legittimità. "Questi iscritti - ha spiegato Ouyang - sono stati allontanati per non essere riusciti ad adempiere ai loro compiti di dirigenti del Partito". Fra loro, molti sono quadri di altissimo livello, puniti per reati collegati alla corruzione: fra questi spicca l'ex vice sindaco di Pechino, Liu Zhihua, del quale però Ouyang non ha voluto dare informazioni.

Durante un discorso pronunciato lo scorso mese in occasione dell'85mo anniversario della fondazione del Partito, il presidente cinese Hu Jintao ha invocato "una battaglia risolutiva contro la corruzione". Secondo il vice presidente del Dipartimento, sforzi come la campagna di educazione ideologica hanno aiutato a preservare la "natura avanzata" dei comunisti cinesi e potrebbe essere servita a preparare la mentalità degli iscritti ad un nuovo giro di nomine ad ogni livello fra i quadri governativi nei prossimi due anni.

La lotta del governo alla corruzione viene vista da molti analisti politici come un tentativo di mantenere la sua immagine nei confronti della popolazione, che negli ultimi anni ha sempre di più fatto sentire il suo malcontento per i casi di corruzione che hanno colpito i dirigenti.

Alla campagna, oltre ai membri del Pcc, hanno partecipato 3,5 milioni di organizzazioni collegate con la "base popolare". Secondo Ouyang, il Partito introdurrà "al più presto" delle procedure più democratiche nelle nomine dei dirigenti locali e nei processi elettorali e "non è vero" che la corruzione sta minando la fiducia pubblica nei confronti del governo. "Io credo – ha concluso – che la lotta alla corruzione aumenterà e così facendo migliorerà il morale nel nostro Partito. La storia proverà ancora una volta che il Pcc è grande, glorioso e giusto".