Pechino: nuovi regolamenti sanitari per fermare il traffico di organi umani

Dal primo agosto, sarà proibito il trasporto non autorizzato dei corpi e l'espianto degli organi in strutture non autorizzate.


Pechino (AsiaNews) – Il governo cinese ha approvato una serie di nuove procedure per l'uso ed il trasporto di corpi e di organi umani tese ad impedire il loro commercio illegale: le nuove norme entreranno in vigore dal primo agosto 2006.

Secondo il nuovo testo, pubblicato dalla Xinhua (ormai l'unica fonte ufficiale di notizie dalla Cina), è proibito per i privati e per le organizzazioni pubbliche accettare i corpi come "donazioni": la pratica è ammessa solo per gli istituti medici, le scuole di medicina e gli istituti di ricerca.

L'ingresso e l'uscita dei corpi da queste strutture devono essere comunque approvati dalle autorità sanitarie, che sono tenute a rispettare i Regolamenti per le risorse ereditarie umane approvati dal Consiglio di Stato. Il trasporto dei cadaveri all'interno del Paese, anche per le pratiche di sepoltura, deve essere approvato in anticipo dai Dipartimenti affari civili e dalle autorità locali e sanitarie. Per ogni altro scopo, non sarà ammesso il movimento dei corpi.

Secondo il testo, per "corpi" si intende il cadavere, i suoi organi, le sue ossa e comunque "anche parti staccate".

Le nuove norme sono viste da diversi analisti come un tentativo del governo di fermare il traffico illegale di organi nel Paese, che oramai ha assunto le proporzioni di una fiorente industria: esse seguono i regolamenti entrati in vigore dal primo luglio, che vietano espressamente la vendita degli organi.

Secondo i dati del ministero cinese della Sanità, il traffico sta raggiungendo una dimensione imponente: infatti, sebbene oltre due milioni di cinesi siano in lista d'attesa per un trapianto, gli ospedali ne effettuano solo 20mila all'anno pur avendo una disponibilità di organi quattro volte superiore.

Pechino cerca inoltre di fermare lo scandalo internazionale collegato all'espianto di organi dai corpi dei condannati a morte, che verrebbero giustiziati a seconda delle richieste delle ricche strutture sanitarie private.