Tra posti di blocco e divieti, il Myanmar celebra la "Giornata dei Martiri"

Oggi, l'anniversario dell'assassinio del leader dell'indipendenza, Aung San e dei suo 8 ministri; la giunta vieta alla figlia, Aung San Suu Kyi e al partito democratico di partecipare alla cerimonia ufficiale.


Yangon (AsiaNews/Agenzie) - Tra ingenti misure di sicurezza e il divieto ai leader democratici di manifestare, oggi il Myanmar celebra la "Giornata dei Martiri". Il 19 luglio il Paese ricorda l'assassinio nel 1947 del generale Aung San, padre della Birmania moderna, e dei membri del suo Gabinetto.

Numerosi i posti di blocco dentro e intorno a Yangon dopo che il governo, la scorsa settimana, ha accusato il partito d'opposizione - la Lega nazionale per la democrazia (Nld) - e altri dissidenti di aver ordito un complotto con i "terroristi" per compromettere la festa di oggi.

Come di tradizione la cerimonia ufficiale si svolge al Mausoleo dei Martiri, alla presenza del ministro della Cultura, di dignitari stranieri e birmani, insieme ai familiari dei leader assassinati. Lontana dalle manifestazioni, però, è restata la figlia di Aung San, Aung San Suu Kyi, leader della Nld e da anni agli arresti domiciliari. In rappresentanza della famiglia del generale è intervenuto il fratello maggiore della premio Nobel, Aung San Oo.

La giunta ha vietato anche ai membri della Nld di partecipare alle celebrazioni nella capitale. Ieri la Nld ha reso noto che terrà comunque una cerimonia nella sua sede di Yangon, mentre alcuni attivisti politici - guidati dall'ex leader degli studenti, Min Ko Naing – hanno organizzato una "marcia pacifica" fino alla tomba dei 9 "martiri".

Nel 1947 il generale Aung San e 8 suoi ministri furono assassinati in un attentato attribuito al rivale politico U Saw. Il Myanmar, ex Birmania, ha raggiunto l'indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1948; dal 1962 è sotto il regime militare.