Delhi, il governo censura Internet, per ostacolare i terroristi

Dopo la rivendicazione degli attacchi di Mumbai, avvenuta tramite la Rete, il governo ha oscurato 18 siti web per frenare la diffusione di nuovi messaggi di stampo terrorista. Per le compagnie informatiche, il bando è indesiderato ed irrealizzabile.


Delhi (AsiaNews) – Il governo indiano ha ordinato di oscurare su tutto il territorio nazionale una serie di siti Internet nel tentativo di "fermare l'aumento dei messaggi di odio e di terrore" dopo l'attacco alle ferrovie di Mumbai.

Il dipartimento delle Telecomunicazioni (DoT) ha ordinato a 150 providers della Rete di oscurare 18 siti web che "potrebbero essere usati da gruppi terroristi per comunicare e diffondere messaggi provocatori".

Fra i siti banditi vi sono dalistan.org – gestito dalla comunità dei dalit indiani – e hinduunity.org – considerato la voce degli estremisti nazionalisti – ma anche alcuni dei più famosi siti di blog della Rete.

Il DoT ed il dipartimento per l'Informazione tecnologica non hanno voluto commentare il provvedimento, mentre Deepak Mashewari, segretario dell'Associazione dei providers indiani, ha confermato l'ordine del governo. "Le istruzioni – ha spiegato – ci sono state fornite dal governo in maniera dettagliata e noi abbiamo eseguito".

E' la prima volta che il governo indiano impedisce la diffusione di così tanti siti Internet sul suo territorio, ma è di ieri la rivendicazione degli attentati di Mumbai da parte del Lashkar-e-Qahar [gruppo di matrice islamica che opera nel Kashmir, con base in Pakistan e in India ndr], che proprio tramite la Rete ha rivendicato gli attentati della settimana scorsa e ne ha promessi di nuovi.

Secondo gli estremisti, sedici persone hanno preso parte al primo attacco, che ha ucciso 182 persone, ma solo uno non è tornato: gli altri quindici "sono del tutto salvi, hanno celebrato il successo della loro missione e si stanno preparando per la prossima".

Per Kiran Karnik, presidente della più grande Associazione di compagnie informatiche dell'India, il bando è comunque "indesiderato ed irrealizzabile". "Internet dovrebbe essere un mezzo di comunicazione del tutto libero – ha aggiunto – ed ogni tentativo di limitarne questa caratteristica non è desiderabile".