Presidente vescovi filippini: "per screditarci, ci accusano di complotti"

Il presidente della Conferenza episcopale, accusato insieme ad altri cinque presuli di complottare per rovesciare l'attuale governo, definisce le accuse "un tentativo di minare la credibilità dei vescovi".


Manila (AsiaNews) – Il presidente della Conferenza episcopale delle Filippine, mons. Angel Lagdameo, ha chiesto che si faccia chiarezza sulle accuse che lo vogliono coinvolto insieme ad altri cinque presuli in un presunto colpo di Stato teso a rovesciare il governo della presidente Arroyo.

"Chiedo a coloro che ci hanno accusato – ha detto l'arcivescovo di Jaro – di chiarire le loro accuse, se hanno a cuore il bene comune". Mons. Lagdameo si è poi detto "rattristato da accuse fabbricate senza prove".

A puntare il dito contro i vescovi sono stati ieri Richard Garcia ed Abe Riva, due pentiti chiave di un'inchiesta relativa al gioco d'azzardo, che nel corso di un programma televisivo nazionale hanno accusato il presidente della Conferenza episcopale – insieme all'arcivescovo Cruz ed ai vescovi Tobias, Imenez, Labayen e Bacani – di voler rovesciare la Arroyo per installare nel palazzo presidenziale il senatore Panfilo Lacson.

"E' molto credibile – continua mons. Lagdameo – che le accuse siano state costruite ad arte da alcune lobby di potere che non hanno gradito la posizione dei vescovi su alcune questioni e cercano in questo modo di minarne la credibilità. Se io o altri miei fratelli nell'episcopato abbiano mai parlato contro la condotta di un singolo o di un gruppo, a favore o contro il governo, lo abbiamo fatto nell'interesse del bene comune".

"Come vescovi – ha concluso – lavoriamo ed abbiamo sempre lavorato per promuovere la pace e le riforme governative costituzionali e non violente".

Secondo l'arcivescovo Cruz "nessuno può credere alle accuse di due persone del genere, con una credibilità così macchiata", mentre mons. Bacani si dice "convinto" che le accuse vogliano screditare i vescovi e che queste "siano solo l'inizio".