Anche per la Rice è "urgente" un cessate il fuoco in Libano
Ma debbono esserci le condizioni per istaurarlo e renderlo sostenibile. Il segretario di Stato Usa incontra oggi Olmert e Abbas. Possibile sosta a Beirut dove il patriarca Sfeir invita a "serrare i ranghi" di fronte alla crisi e invoca l'aiuto di Dio su Siniora e il suo governo.

Beirut (AsiaNews/Agenzie) – E' "urgente" un cessate il fuoco in Libano, ma ci debbono essere le condizioni per istaurarlo e renderlo sostenibile. Il segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, ha unito così la sua voce alle tante che stanno chiedendo di fermare i combattimenti nel Paese dei cedri. La Rice ha fatto le sue dichiarazioni sull'aereo col quale si sta recando in Israele per incontrare il primo ministro Ehud Olmert, e nei Territori dove parlerà con il presidente palestinese Mahmud Abbas. Ci sono anche voci di una sua possibile visita a Beirut. Dal Medio Oriente, domani sera andrà a Roma, dove è in programma mercoledì un incontro internazionale sulla crisi libanese. Il capo della diplomazia americana ha già indicato l'esistenza di condizioni per un cessate il fuoco: "è importante  - ha detto - stabilire le condizioni per cui sia possibile" ed "è importante avere le condizioni che lo rendano anche sostenibile". Con ciò la Rice ha fatto riferimento alla posizione di Washington secondo cui una tregua sarà fattibile solo affrontando le cause profonde del conflitto, che comprendono la minaccia posta a Israele da Hezbollah e il sostegno al gruppo "terrorista" da parte di Siria e Iran.

In Libano, dove non si registra alcuna tregua negli scontri, che anzi sembrano allargarsi, ieri il patriarca maronita Nasrallah Sfeir ha invitato i libanesi a "serrare i ranghi" per superare la crisi ed ha chiesto l'aiuto di Dio per il governo ed il suo presidente, Fouad Siniora. In questo momento, ha detto durante la messa, nella sede patriarcale di Bkerke, "è necessario dimenticare tutto ciò che può dividere", "è necessario serrare i ranghi per fare fronte alla crisi con cuore puro, buone intenzioni e spiriti svegli perché possiamo proteggere il nostro Paese, che è e deve restare uno spazio di convivenza pacifica fra persone di religioni differenti".

"Che Dio – ha detto poi – venga in aiuto al governo ed al suo capo, perché possano riunire intorno ad essi tutti i libanesi di tutte le confessioni, in modo che il Libano resti il Paese della libertà, dell'amore e della pace".

Il Libano guarda con speranza all'incontro di mercoledì a Roma, del Gruppo di contatto per il Libano, che nell'occasione comprenderà, oltre a Stati Uniti, Libano e Italia, anche Francia, Gran Bretagna, Russia, Unione Europea, Nazioni Unite, Banca mondiale, Egitto e Arabia Saudita. Si parla anche di un allargamento alla Cina. Le diplomazie sono già in grande attività e incontri parziali sono previsti nella capitale italiana già domani. Grandi assenti l'Iran, la Siria e Israele, anche se non è del tutto esclusa la possibilità di una qualche forma di presenza di Gerusalemme.

La stessa Rice, prima di lasciare Washington ha avuto un incontro con il presidente Bush, il ministro degli esteri saudita, Saud al-Faisal,  e il responsabile per la sicurezza nazionale Bandar bin Sultan.