Lo ha deciso la Commissione permanente della Conferenza episcopale nipponica, per "accostare le grandi tragedie giapponesi". Lanciata una raccolta fondi nazionale per coprire le spese della cerimonia, che dovrebbe avvenire il prossimo maggio.
Tokyo (AsiaNews/Jcw) La Commissione permanente della Conferenza episcopale ha deciso nel corso della sua riunione mensile di celebrare la cerimonia di beatificazione di padre Petro Kibe e dei suoi 187 compagni a Nagasaki, "accostando in tal modo le grandi tragedie del popolo giapponese".
La stessa Commissione ha poi incaricato quattro vescovi mons. Ryoji Miyahara (Oita), mons. Osamu Mizobe (Takamatsu), mons. Yoshinao Otsuka (Kyoto) e mons. Mitsuaki Takami (Nagasaki) di iniziare i preparativi.
I presuli hanno lanciato una campagna di raccolta fondi, che inizierà ufficialmente il primo agosto, con lo scopo di raggiungere i 30 milioni di yen necessari a coprire le spese. Un appello in questo senso, lanciato dalla Conferenza episcopale, è stato inviato alle diocesi, agli ordini religiosi ed agli istituti cattolici di tutto il Paese.
La cerimonia, ha spiegato padre Fernando Rojo promotore della causa di canonizzazione non avverrà prima di maggio: le Commissioni teologiche e storiche della congregazione vaticana hanno espresso parere favorevole, ma la decisione finale spetta al Papa.
Fra i 188 martiri giapponese uccisi nel XVII secolo a causa della loro fede vi sono sacerdoti, religiose e laici: la causa è nota come "beatificazione di padre Kibe e dei suoi 187 compagni".
Il padre gesuita Petro Kassui Kibe, convertito al cristianesimo, era fuggito dalla persecuzione del governo ed era giunto a Roma, dove era entrato nella Compagnia di Gesù e ordinato sacerdote. Tornato in Giappone per esercitare il suo ministero fra i fedeli oppressi, nel 1639 viene catturato, torturato ed ucciso a Tokyo.