Pakistan: bulldozer contro una chiesa
di Qaiser Felix

La comunità cristiana di Multan protesta contro la demolizione di una chiesa da parte di un'industria di fertilizzanti, che vuole "espandersi". Risparmiata, invece, l'adiacente moschea.


Multan (AsiaNews) – La comunità cristiana di Multan, nella centrale provincia del Punjab, protesta contro la demolizione di un chiesa, definita "illegale". Secondo quanto riportato dai media locali, lo scorso 4 agosto circa 150 cristiani hanno manifestato contro l'industria Pak-Arab Fertilizers Limited, che ha raso al suolo una chiesa protestante. I dimostranti, che hanno bloccato la strada Multan-Lahore per alcune ore dopo aver bruciato dei copertoni, chiedevano l'apertura di un'inchiesta giudiziaria contro i "colpevoli".

Shahbaz Bhatti, presidente della All Pakistan Minorities Alliance (Apma) ha condannato la "brutale" demolizione della chiesa e invocato severe azioni legali contro i responsabili. Bhatti spiega, infatti, che un tribunale era sul punto di emettere un ordine di sospensione della demolizione, ma i dirigenti dell'industria sono andati avanti: "Non erano autorizzati a radere al suolo l'edificio".

Il presidente dell'Apma fa notare come molto vicino alla chiesa si trovi anche una moschea, che non è stata nemmeno toccata: "Solo la chiesa, simbolo della vulnerabilità della minoranza cristiana, è stata vittima dell'intolleranza di questi industriali".

Secondo le dichiarazioni del portavoce della Pak-Arab Fertilizers Limited, privatizzata di recente, la distruzione della chiesa, situata su un terreno di proprietà della compagnia di fertilizzanti, è avvenuta a Multan lo scorso 3 agosto "per permettere all'industria di espandersi". Umair Ahmed, ha garantito che dietro "non c'è nessun movente religioso". Il portavoce aggiunge che alla comunità era stato notificata per tempo l'evacuazione dell'edificio.

Contro la ditta arriva anche la dura condanna del parroco, p. Yaqoob Masih, che chiede l'intervento del presidente Pervez Musharraf. Il sacerdote riferisce che ora l'industria è disposta ad offrire un risarcimento economico, ma alla comunità non interessa. "Non abbiamo bisogno di soldi – dice – ma solo della nostra chiesa".