Maschi soli e invecchiamento: i problemi della politica del figlio unico

La politica governativa del controllo delle nascite ha portato le famiglie a preferire i figli maschi. Diffusi gli aborti selettivi e altre tecniche di "selezione", mentre si prevede che il problema si aggravi nel futuro. Esperti: occorre una diversa politica sociale, specie nelle campagne.


Pechino (AsiaNews/Scmp) – Tra 20 anni il 10% degli uomini cinesi non troverà una sposa. E' una delle conseguenze della politica governativa di controllo delle nascite e del figlio unico, che viene sempre più criticata all'interno dell'establishment cinese.

Uno studio dell'Institute of Population and Labour Economics dell'Accademia cinese delle scienze sociali, pubblicato il 16 agosto ("Libro verde della popolazione e del lavoro"), mostra che nel 2004 sono nati 121,2 maschi per ogni 100 femmine, risultato di oltre due decenni di politica del "figlio unico" e di tentativi dei genitori di selezionare il sesso dei figli (nel 2000 la proporzione era di 117 a 100). Secondo gli autori, la normale proporzione sarebbe di 107 maschi per 100 femmine. Con questa tendenza presto molti maschi nati a partire dagli anni '90 avranno difficoltà a trovare moglie.

Secondo lo studio, la politica di controllo delle nascite porterà la popolazione cinese dagli attuali 1,3 miliardi  a "solo" 1,4-1,6 miliardi entro il 2050; altre stime parlano di successo "parziale" e prevedono un incremento a 1,45 miliardi entro il 2030. Lo studio non nasconde che la politica ha portato anche danni: la "selezione" nelle famiglie a favore dei maschi e un progressivo invecchiamento dell'età media nelle grandi città.

Zheng Zhenzhen, coautore dello studio, conferma che "ancora oggi i genitori cinesi… preferiscono un figlio maschio, che continuerà il nome della famiglia e darà sostegno ai genitori quando saranno anziani".

Chen Youhua, studioso di Sociologia all'università di Nanjing conferma che la politica del figlio unico ha portato molte coppie, specie nelle zone rurali, a fare una vera selezione sessuale mediante aborti dei feti femminili e abuso di tecnologie di selezione come gli ultrasuoni. Guangdong e Hainan hanno il record negativo nella proporzione con 130,3 maschi per 100 femmine e 135,6 per 100 (per i nati del 2000).

Simili pratiche "selettive" sono proibite in gran parte della Nazione ed è in corso il Girl Care Project che prevede benefici economici per i genitori delle bambine nelle zone rurali. Il prof. Zheng non prevede che la situazione possa cambiare "finché non cambia la cultura" e "fino a quando non sono sradicate le ineguaglianze sociali" tra i sessi.

Un altro problema legato alla mancanza di femmine e all'obbligo del figlio unico è l'invecchiamento della popolazione. Nelle maggiori città si verifica ormai una vertiginosa crescita dell'età media, con il rischio che prevalga la popolazione residente anziana. Alcune statistiche mostrano che entro il 2050, gli anziani saranno il 30% del totale, rischiando di distruggere tutto lo sviluppo economico del Paese. Già oggi il governo di Shanghai, visto il basso tasso di nascite, incoraggia ad avere un secondo figlio.

Esperti prevedono che il problema potrà solo aggravarsi, considerato che oggi solo il 42% della popolazione vive nelle città, una percentuale ritenuta bassa rispetto al livello di industrializzazione. Attualmente la popolazione rurale è più giovane: ha una maggiore percentuale di figli e in molte zone ai contadini è consentito avere un secondo figlio, se il primo è femmina.

Secondo esperti, occorre aumentare i servizi sociali nelle zone rurali (carenti di tutto) e garantire i giusti diritti per i lavoratori migranti nelle città: in quanto non residenti, non possono accedere ai servizi sociali e ciò rende loro difficile farsi raggiungere dalla famiglia. Altri ritengono necessario un adeguato sistema di assistenza sociale e pensionistica, specie nelle aree rurali, per superare la convinzione che occorra un figlio maschio per avere sostegno nella vecchiaia. (PB)