Turkmenistan, pronto il gasdotto verso la Cina

Entrerà in funzione all'inizio del 2009 e trasporterà 30 miliardi di metri cubi di gas naturale all'anno. Sempre più forte l'interesse cinese per le ex Repubbliche sovietiche dell'Asia centrale,fra  i Paesi meno democratici del mondo.


Ashgabat (AsiaNews) – Saparmurat Niyazov, presidente del Turkmenistan, ha annunciato ieri che il gasdotto progettato per trasportare gas combustile verso la Cina entrerà in funzione all'inizio del 2009. Il presidente dell'ex Repubblica sovietica turkmena ha incontrato la scorsa settimana nella capitale Ashgabat il vice ministro cinese del Commercio Yu Guangzhou, al quale ha confermato l'operazione.

Secondo un contratto stipulato lo scorso aprile, Pechino comprerà dal Turkmenistan 30 miliardi di metri cubi di gas naturale all'anno per i prossimi 30 anni, anche se non è stato reso pubblico il prezzo dell'acquisto. Yu ha detto di aver discusso con la leadership turkmena "lo stanziamento di fondi necessari ed il volume di gas da fornire", ma non ha voluto specificare alcuna cifra.

L'interesse cinese per l'Asia centrale è in continua crescita: in questa parte del mondo, dopo la caduta del blocco sovietico, Pechino spera di poter costituire una nuova "Via della seta" costituita di ferrovie e di oleodotti, per trasportare le ricchezze delle montagne e del Mar Caspio fino alla provincia occidentale cinese del Xinjiang.

Gli accordi che il governo cinese continua a siglare con Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan e Turkmenistan sono tesi inoltre a fermare i "tre mali" – estremismo, terrorismo e  fondamentalismo – in Asia, ma con questa motivazione si giustificano anche molte "gravi" violazioni ai diritti umani che vengono compiute dai governi della zona.

Secondo l'organizzazione internazionale no-profit "World Audit", su 150 nazioni con più di un milione di abitanti Turkmenistan ed Uzbekistan sono le "meno democratiche in assoluto".

Identico il parere espresso da una coalizione di dieci organizzazioni per la tutela dei diritti dell'uomo, tra cui Human Rights Watch, che in una lettera inviata lo scorso settembre a Condoleeza Rice, Segretario di Stato Usa, ha spiegato che "nel Turkmenistan non c'è nessuna libertà religiosa" e ha chiesto agli Stati Uniti di qualificarlo come "Paese degno di particolare attenzione" per le gravi violazioni alla libertà religiosa.