Minacce di morte a Lina Joy, che combatte per la libertà religiosa e per la vita

Minacce di morte a lei e al suo fidanzato costringono la coppia a nascondersi. Intimidazioni anche all'avvocato, che la difende nell'appello per il riconoscimento della sua conversione al Cristianesimo.


Kuala Lumpur (AsiaNews) – La battaglia di Lina Joy per la sua libertà religiosa è diventata ormai una lotta per lo stesso diritto alla vita. Minacciata di morte dagli estremisti che la considerano un'apostata per aver rinunciato all'Islam, la donna è costretta a nascondersi, come pure il suo fidanzato cristiano, con il quale aspetta di potersi sposare. 

A raccontare le difficoltà di Lina è il suo avvocato Dawson, anche lui in pericolo di vita per le pesanti intimidazioni ricevute. In una recente intervista riportata dal New York Times il legale prospetta al momento l'emigrazione come "la soluzione migliore" per la coppia.

Lina - che prima della conversione nel 1998 si chiamava Azalina Jailani - ha incontrato il fidanzato, un cristiano di origine indiana, nel 1990. Ora vorrebbe sposarlo, ma deve aspettare che le venga riconosciuta legalmente la conversione. Altrimenti sarà costretta a sposare un musulmano e sottostare alle leggi islamiche su matrimonio ed eredità.

Da tempo la donna ha chiesto all'Angrafe e poi alla Corte d'appello di togliere la parola "Islam" dalla sua carta d'identità (che esprime la religione di appartenenza). Entrambe le istanze hanno rifiutato e la Joy si è rivolta alla Corte federale, che sta valutando il suo caso. Di fatto nel Paese esistono due legislazioni: quella islamica e quella costituzionale che spesso entrano in conflitto.

Il caso della Joy ha creato tensioni profonde in Malaysia. In gioco c'è la supremazia della Costituzione civile sulla legge islamica. Lo stesso Dawson si chiede: "Vogliamo prendere la strada dell'Islam o mantenere in vita la Costituzione federale laica, sotto attacco da anni?".

Ma a rischio sono prima di tutto le vite di chi sta portando avanti la difficile battaglia della libertà religiosa in Malaysia. L'avvocato e attivista per i diritti umani Malik Imtiaz Sarwar, che a nome del Consiglio degli avvocati ha svolto un ruolo di osservatore nel caso d'appello della Joy, è ritratto su poster con scritto "Wanted Dead". Il messaggio è chiaro e spiegato nello stesso cartellone: "Questa è la faccia di un avvocato che ha tradito l'Islam, che sostiene il caso dell'apostata Lina Joy. Fatelo vedere ai nostri amici in modo che possano riconoscerlo. Se lo trovate morto al lato della strada, non aiutatelo". Dopo l'episodio, Malik riferisce di voler chiedere la protezione della polizia.