Banca mondiale in sintonia col Papa: "Il degrado ambientale danneggia i poveri"

Riuniti a Cape Town per un incontro sull'ecologia, i vertici dell'organizzazione finanziaria riprendono la denuncia di Benedetto XVI ed invitano a guardare al futuro, per uno sviluppo equilibrato ed utile.


Cape Town (AsiaNews) – Pochi giorni fa, il 27 agosto, Benedetto XVI ha sottolineato che i cambiamenti ed il degrado dell'ambiente, sono fra le minacce più grandi alla lotta contro la povertà. In questi giorni, la Banca mondiale riprende la stessa preoccupazione: l'inquinamento in molte zone sta costringendo l'organismo economico a   rivedere i suoi progetti di sviluppo per quelle zone. La denuncia arriva proprio dai vertici della Banca mondiale, riuniti a Cape Town per un incontro sull'ecologia e l'inquinamento.

Dopo la preghiera dell'Angelus del 27 agosto scorso,  il Papa ha ricordato la "Giornata per la salvaguardia del creato" che la Chiesa italiana celebra domani 1° settembre. Il creato, questo "grande dono di Dio" - ha commentato il pontefice – è "esposto a seri rischi da scelte e stili di vita che possono degradarlo. Il degrado ambientale rende insostenibile particolarmente l'esistenza dei poveri della terra. In dialogo con i cristiani delle diverse confessioni occorre impegnarsi ad avere cura del creato, senza dilapidarne le risorse e condividendole in maniera solidale".

Uno dei rappresentanti della Banca ha spiegato che almeno il 25 % dei progetti di sviluppo portati avanti dall'organizzazione è a rischio a causa degli effetti sul clima provocati dall'inquinamento. Warren Evans, direttore della sezione ambiente della Banca, fa l'esempio di "quelle piccole isole-stato, dove l'innalzamento del livello del mare e la furia delle tempeste non più limitate dalla vegetazione distruggono le risorse d'acqua e le infrastrutture".  

Secondo i dati presentati nel corso dell'incontro, è previsto un aumento della temperatura globale che, in un secolo, potrebbe arrivare a far sciogliere le calotte polari: per questo "bisogna pensare al futuro".

"Bisogna staccarsi dalla concezione attuale dei progetti di sviluppo – ha concluso Evans – e guardare al futuro. Mentre lo facciamo, ci dobbiamo chiedere se stiamo facendo la cosa giusta, al momento e nel posto giusto".