Il premier libanese usa toni durissimi contro Israele, la cui mortale macchina da guerra ha prostrato un Paese che si era appena rialzato. Per una pace duratura: basta con il blocco aereo e navale e una soluzione politica alle cause latenti del conflitto.
Stoccolma (AsiaNews/Agenzie) La guerra con Israele ha vanificato in pochi giorni 15 anni di progressi in Libano. È la triste constatazione del premier libanese Fouad Siniora intervenuto alla Conferenza internazionale dei donatori del Libano, in corso a Stoccolma, Svezia. L'incontro mira a raccogliere fondi a favore del Paese dei cedri, prostrato dai 34 giorni di scontri tra Israele e gli Hezbollah. Secondo Beirut l'ammontare dei danni subiti è di 3,6 miliardi di dollari. Le oltre 60 nazioni partecipanti si sono preposte l'obiettivo di arrivare a 500 milioni di dollari per provvedere agli aiuti di prima necessità. Si tratta di soccorrere la popolazione civile, ricostruire le infrastrutture, le scuole e il sistema della fornitura elettrica.
In un accorato appello alla comunità internazionale Siniora invita con urgenza il Consiglio di Sicurezza Onu ad assumersi un ruolo guida nella ricerca di una pace duratura in Medio Oriente. I toni si fanno più duri quando entrano in gioco le responsabilità di Israele: lo sviluppo raggiunto negli ultimi 15 anni dalla fine della guerra civile (1975-1990) "è stato spazzato via in pochi giorni dalla mortale macchina militare israeliana". Senza che Israele rimuova il suo "umiliante" blocco aereo e navale in Libano, secondo Siniora "il processo di ricostruzione, compresa questa conferenza di oggi, sarà seriamente minato". "Una soluzione politica di ampio respiro continua - può essere applicata solo quando Israele riconoscerà il diritto dei palestinesi ad uno Stato indipendente e il diritto di ritorno dei profughi in conformità alle risoluzioni Onu, e si ritirerà da tutte le terre arabe occupate: in Libano,Gaza, Gerusalemme, Cisgiordania, Alture del Golan". "Solo così dice il premier - Israele vivrà in pace con i suoi vicini". Anche il Sottosegretario Onu, Mark Malloch Brown, ha chiesto l'immediata fine del blocco e "una soluzione politica alle cause latenti del conflitto" per il bene del Paese. L'eventualità di un nuova guerra mette infatti a rischio la fiducia degli investitori privati, vero "ossigeno" per le ripresa del Libano, dice Brown.
Secondo L'Alto Comitato di Stato libanese per gli aiuti, la guerra ha distrutto o seriamente danneggiato 15 mila case, 80 ponti e 94 strade. Per fronteggiare l'emergenza il Libano ha già ricevuto 500 milioni di dollari dall'Arabia Saudita e 800 milioni di dollari dal Kuwait. L'Unione Europea ha già promesso 42 milioni di euro per gli aiuti a breve termine.