Beslan cerca di tornare alla vita a due anni dalla tragedia

Nel secondo anniversario della strage alla scuola N° 1, il vescovo di Stavropol e Vladikavkaz guida una preghiera sulla tombe delle vittime e loda il "coraggio" della popolazione, che non ha reagito con la violenza al dolore. Nella regione per tutto il fine settimana manifestazioni di ricordo. Mosca vieta picchetti e marce per il 3 settembre. Il dolore dei parenti "aggravato" dal silenzio delle autorità.


Beslan (AsiaNews) – Corone di fiori alle pareti, madri e parenti delle vittime che piangono e medici pronti a portare aiuto a chi, tra le 800 persone già arrivate, potrebbe avere malori per l'emozione e il caldo. Così si presenta stamattina la zona intorno alla palestra della scuola N° 1 di Beslan, Ossezia del nord, dove due anni fa in quest'ora precisa i terroristi ceceni e ingusci già avevano preso in ostaggio oltre mille tra adulti e bambini, nel primo giorno di scuola. Il sequestro è finito nel sangue, con un bilancio ufficiale di 332 vittime, di cui 186 bambini. I rapitori chiedevano l'indipendenza della Cecenia.

Oggi in tutte le chiese ortodosse si prega per le vittime di quel tragico evento, su cui ancora in molti aspettano di sapere la verità. A Beslan è arrivato il vescovo russo ortodosso di Stavropol e Vladikavkaz, Feofan. Il presule ha guidato una preghiera "sulle tombe di chi è morto nella tragedia"; domani, sempre al cimitero, celebrerà una messa. "Oggi, nel giorno del dolore e della tristezza, insieme al popolo osseto non c'è solo la Russia, ma tutto il mondo", ha detto Feofan. Il vescovo constata che "la vita è andata avanti, ora lo possiamo dire. Prima non averi mai potuto immaginare sorridere le madri, che hanno perso i loro figli qui. Ora, sebbene di rado, si vedono sorrisi: questo è il ritorno alla vita". "Non so quale popolo possa sopportare tale tragedia senza piombare nella violenza - conclude - gli osseti hanno mostrato un grande autocontrollo e coraggio" nell'affrontare le difficoltà.

In Ossezia del nord, regione della Russia meridionale, sono previste diverse iniziative in memoria della strage: il 3 settembre alle 1:05 del pomeriggio - momento in cui è scattato l'intervento delle forze speciali russe, che ha poi scatenato la carneficina - saranno lanciati in aria palloncini bianchi, uno per ogni vittima. In tutta la regione sarà osservato un minuto di silenzio. Niente manifestazioni invece a Mosca, dove l'amministrazione cittadina ha ufficialmente vietato "marce e picchetti" per il 3 settembre.

Con ogni probabilità alle celebrazioni non  parteciperanno rappresentanti del governo. L'ormai celebre comitato delle "Madri di Beslan" ha avvertito le autorità di "non osare presentarsi". I superstiti e i parenti delle vittime ritengono che "la campagna governativa per nascondere la verità e allontanare le responsabilità dei funzionari statali sui fatti del 3 settembre 2004, abbia nel corso degli anni, contributo solo ad aumentare il dolore delle perdite". I parenti delle vittime sono convinti che i veri colpevoli del tragico epilogo dell'assedio alla scuola siano le forze speciali e il governo russo.