Card. Toppo: "Condanniamo la violenza e conserviamo la speranza in un futuro di pace"
di Nirmala Carvalho

Il porporato, presidente dei vescovi indiani, condanna l'attentato che ieri ha colpito la comunità musulmana indiana ed invita a non perdere la speranza e guardare al messaggio di Gandhi, futuro del Paese e dell'umanità.


Delhi (AsiaNews) – Le bombe di Malegaon "devono essere condannate nella maniera più dura" perché rappresentano "una tragedia che infonde terrore nelle menti e nei cuori della popolazione, un terrore che noi condividiamo. E' arrivato il momento, per tutti, di rivolgere di nuovo gli occhi a Dio".

Con queste parole di invito alla speranza, il card. Telesphore Toppo, arcivescovo di Ranchi e presidente della Conferenza episcopale indiana, commenta ad AsiaNews l'attentato avvenuto ieri davanti ad una moschea di Malegaon, nel distretto di Nasik (Stato occidentale del Maharashtra).

Le bombe, forse nascoste dietro un parcheggio, hanno ucciso 37 persone e ferite almeno altre cento: tra le vittime ci sono dei bambini. Gli inquirenti non hanno ancora espresso alcun sospetto, ma sembra che l'attacco sia di matrice confessionale.

Le vittime erano riunite infatti nella cittadina per celebrare la festività musulmana dello Shab-e-Barat [la notte delle benedizioni ndr] che prevede preghiere notturne per i propri morti nelle moschee e la richiesta di perdono per i propri peccati.

"Questo – dice il porporato – è un momento di crisi evidente, che colpisce la vita delle persone. Come presidente dei vescovi indiani, mi sento chiamato a pronunciare parole di speranza ed incoraggiamento in questi tempi di paura".

"Voglio incoraggiare soprattutto – aggiunge – le persone che non cedono e vogliono dare sempre una possibilità alla speranza. L'India ha una ricca tradizione di tolleranza e rispetto religioso e quindi è giusto sperare in un futuro migliore, fatto di rispetto ed armonia reciproca".

"La speranza – sottolinea – ci dà la forza di vivere insieme al pericolo senza sottostare ad esso: la speranza ci spinge a combattere per superare ostacoli che paiono insormontabili. E' arrivato il momento di riorientare la nostra vita verso Dio: ognuno, qualunque sia la sua religione, è chiamato a rivolgere i suoi occhi a Dio".

Il card. Toppo invita poi a vedere la fede come "l'insegnamento primario, che ci consente di fare affidamento su quel Dio che ci ha dato la vita e che sostiene il mondo con il suo potere. E' lui che ci chiede di rispettare la vita di ogni persona e di ogni popolazione".

"In questo contesto – conclude – il messaggio di non violenza di Gandhi si impone di nuovo come perenne e fondamentale. L'attacco avviene proprio due giorni prima le celebrazioni del centenario del 'Satyagraha' [movimento non violento ndr] e questo ci deve spingere a ricordare l'insegnamento del padre della nazione, che ha influenzato il mondo. Il futuro dell'India e dell'umanità è nella direzione che Gandhi ci ha indicato".