Vescovi filippini: "I migranti, moderni missionari della fede cattolica"
di Santosh Digal

La Conferenza episcopale delle Filippine ha incontrato i rappresentanti dei diversi gruppi di emigrati all'estero. I vescovi invitano chi lavora all'estero a portare con sé una faccia sorridente ed un nuovo modo di vivere la fede.


Manila (AsiaNews) – La Conferenza episcopale delle Filippine (Cbcp) ha cambiato la sua posizione riguardo i molti filippini che cercano lavoro in altri Paesi ed ha aggiunto che questi "potrebbero divenire missionari della fede cattolica" aiutando la Chiesa a diffondere il Vangelo.

Una precedente visione dei presuli vedeva nell'emigrazione "un attacco alla famiglia filippina": essa è cambiata grazie ad un incontro che si è svolto la settimana scorsa a Tagaytay fra la Commissione episcopale per i migranti ed i rappresentanti di 50 diversi gruppi di lavoratori emigrati.

Il presidente della Cbcp, mons. Angel N. Lagdameo, ha ammesso che "la nozione dei vescovi sulla diaspora filippina è stata ridefinita" dopo aver preso visione della "nuova situazione dei migranti".

Il presule ha detto durante l'omelia della messa conclusiva dell'incontro, pronunciata domenica scorsa, che "venendo da una nazione in prevalenza cattolica, questi migranti possono essere equiparati in qualche modo a missionari laici, che non per forza predicano ma vivono il Vangelo in un contesto di pluralismo religioso e culturale".

"Sono filippini – ha aggiunto – in dialogo con altre religioni e culture, cosa che per loro può divenire un nuovo modo di essere Chiesa ed un nuovo modo per essere in missione. Il loro arrivo può divenire una coincidenza provvidenziale per quelle Chiese che hanno iniziato a perdere missionari e religiose".

In precedenza, la Cbcp aveva chiesto con urgenza al governo di sviluppare delle politiche economiche in grado di offrire lavoro all'interno delle Filippine, per evitare questa massiccia emigrazione. Il presidente dei vescovi spiega che questo problema "è divenuto una parte della nostra preoccupazione sociale. Quanti di coloro che devono lasciare il Paese soffrono per la mancanza di rispetto dei loro diritti di base? Quanti, per la maggior parte donne, subiscono abusi? Quanti sono costretti ad isolamento e discriminazione?".

Nel corso del recente incontro, lo stesso presidente ha invece enumerato "gli aspetti positivi" di questa migrazione.

"Con la faccia sorridente – ha detto – offriamo alle Chiese ed alle nazioni che ci ospitano la nostra fede cristiana, vissuta in un contesto di culture differenti. Questo è la nuova sfida della diaspora filippina: è una sfida ed una preoccupazione".

Il 10 % della popolazione filippina, circa otto milioni di persone, è attualmente emigrata in 193 Paesi diversi: la metà è negli Stati Uniti, dove oltre 85mila filippini continuano ed emigrare ogni anno.