UE: per crescere, Manila deve combattere povertà e disparità sociale
di Santosh Digal

Il Rapporto bilaterale 2006 presentato dall'Unione Europea sottolinea che la crescita economica delle Filippine è bloccata anche dalla disoccupazione e da un'instabile situazione interna. Inviti allo sviluppo della credibilità internazionale del Paese.


Manila (AsiaNews) – Riduzione della povertà, eccessiva crescita demografica ed ingiusta distribuzione della ricchezza. Sono questi i problemi che bloccano il progresso economico delle Filippine secondo il Rapporto bilaterale 2006 presentato il 30 settembre scorso dall'Unione Europea.

Per Strasburgo, il Paese asiatico "deve lavorare di più per migliorare la situazione socio-economica e la sicurezza interna: questi risultati si possono ottenere con un buon governo, con la pace e con vere riforme economiche".

Il Rapporto spiega che i problemi di credito internazionale delle Filippine sono da imputare "a problemi fiscali" ma che questi "non sono l'unico ostacolo presente".

Nel testo, redatto da esperti di economia, si sottolinea infatti che "le maggiori sfide economiche per Manila rimangono la riduzione del deficit di bilancio pubblico, una razionalizzazione del debito estero, un maggior investimento nel settore energetico, creazione di almeno 10 milioni di nuovi posti di lavoro ed un impegno concreto per restaurare la credibilità internazionale del Paese".

Il 12 settembre scorso, nel corso di un incontro fra il presidente della Commissione europea Barroso ed il presidente delle Filippine Arroyo, era già stata espressa la volontà di un rafforzamento delle relazioni bilaterali fra il Paese e l'Unione.

Durante il colloquio si era discusso di accordi economici, diritti umani, il processo di pace a Mindanao ed il sostegno ai programmi internazionali come il Trattato di cooperazione economica.

Strasburgo ha confermato la sua volontà di collaborazione nello sviluppo della nazione, e si è detta "maggiormente interessata" a portare avanti programmi che mirano alla riduzione della povertà e ad un piano di investimenti bilaterali.