Vaticano: date ai rifugiati un po' di quello che si spende per le armi
L'osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite sollecita "più fondi e soprattutto più volontà politica" per chi è costretto a lasciare la propria terra.

Città del Vaticano (AsiaNews) – La tutela dei milioni di rifugiati sparsi per il nostro mondo globalizzato richiede maggiori stanziamenti economici da parte degli Stati e soprattutto un loro maggiore atteggiamento di disponibilità politica e culturale. "Se la solidarietà internazionale volesse aggiungere al suo bilancio per l'aiuto ai rifugiati una piccolo percentuale dell'aumento delle spese militari - che tra il 1996 ed il 2005 sono cresciute del 34%, fino a 1.118 miliardi di dollari – si sarebbe mosso un passo maggiore per una risposta adeguata alle sofferenze di una umanità non protetta".

E' questo il problema sollevato oggi alla 57ma sessione del Comitato esecutivo dell'UNHCR da mons. Silvano M. Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite, a Ginevra.

"Le centinaia di vite perse nelle ultimi tempi nella loro disperata ricerca di un'esistenza più sicura e decente sono – ha detto il rappresentante vaticano - un campanello d'allarme che nel nostro mondo globalizzato la comunità internazionale sta fallendo i suoi obiettivi di solidarietà e protezione". Persone che, nel mondo, "attraverso mari e deserti, si sforzano di fuggire dalla guerra, dalla violazione dei loro diritti umani, dalla fame" , "evidentemente hanno bisogno di protezione".

Il nunzio vaticano ha sostenuto che è necessario restituire chiarezza alla distinzione - che nel corso del tempo si è confusa - tra le figure dei migranti, dei rifugiati e dei chiedenti asilo, cosicché coloro che chiedono asilo politico – numericamente una minoranza – non corrano il rischio di essere rimpatriati. Si dovrebbe invece incoraggiare uno sforzo ulteriore per aiutare chi chiede asilo, come coloro che fuggono dai recenti conflitti dell'Iraq e di tutto il Medio Oriente.

Per affrontare le situazioni di rifugiati e richiedenti asilo, "i fondi sono necessari, ma non sufficienti. E' necessaria la volontà politica di creare la responsabilità di proteggere". Un compito che comprende anche la creazione di un atteggiamento favorevole dell'opinione pubblica. E' questo uno dei settori nei quali, ha concluso mons. Tomasi, possono offrire un "aiuto competente" le organizzazioni non governative e quelle basate su convinzioni religiose, che sono espressioni della società civile.