Una pista cecena (pro-Putin) per l'assassinio di Anna Politkovskaja

Aveva prove inconfutabili per accusare di atti criminali i leader ceceni appoggiati da Mosca.Il mondo chiede inchieste ed esprime tristezza, mentre il Cremino rimane silenzioso.


Mosca (AsiaNews) – Doveva essere pubblicato oggi l'articolo di Anna Politkovskaja, quello che secondo la redazione del suo giornale, Novaja Gazeta, le è costata la vita.

Anna Politkovskaja, 48 anni, è stata uccisa con 2 colpi di pistola e trovata morta in un ascensore a Mosca, lo scorso 7 ottobre. La  giornalista stava lavorando su un dossier di torture e rapimenti in Cecenia, con testimonianze e foto che potrebbero accusare il primo ministro ceceno Ramzan Kadyrov, sostenuto da Vladimir Putin. "Non sappiamo chi l'ha uccisa – dicono alla Novaja Gazeta -  potrebbe essere una vendetta da parte di Kadyrov, o di coloro che vogliono far cadere su di lui i sospetti".

Mesi fa, in un'intervista, la Politkovskaja aveva rivelato di avere prove di crimini contro Kadyrov e le sue forze di sicurezza.

Ma Anna Politkovskaja, madre di due figli ormai adulti, aveva molti nemici. I suoi reportage e corrispondenze dal fronte ceceno l'hanno resa invisa all'esercito russo, accusato di atteggiamenti mafiosi e poco patriottici e di voler riprendere il potere dietro il paravento della lotta all'integralismo islamico.

La coraggiosa giornalista russa ha scritto anche un libro su Vladimir Putin, accusato di avere ancora una mentalità da KGB, con toccanti storie – tutte documentate - sulle madri dei soldati, che vanno alla ricerca dei cadaveri dei loro figli abbandonati al fronte, o sui soprusi e schiavismi dei comandanti russi verso le truppe, insieme alle connivenze fra esercito, tribunali e politici.

L'uccisione della Politkovskaja ha lo stile di un'esecuzione e fa emergere il pericolo che in Russia corrono tutti i giornalisti che si interessano alla società. Da quando Putin è divenuto presidente nel 2000, egli ha combattuto e frenato la libertà dei media. Durante questo periodo sono stati uccisi 13 giornalisti.

La morte della Politkovskaja ha provocato molte condoglianze, ma anche molte condanne e richieste.

Amnesty International ha chiesto al governo russo "un'inchiesta sull'assassinio completa e imparziale". Il suo rappresentante per l'Europa e Asia centrale, Nicola Duckworth ha dichiarato: "la Russia ha perso un coraggioso e dedicato difensore dei diritti umani, che senza timore ha parlato contro violenza e ingiustizia, esigendo in modo instancabile che si faccia giustizia".

Anche il Consiglio d'Europa ha chiesto che venga svolta un'inchiesta convincente nel più breve tempo possibile.

L'ex leader sovietico Mikhail  Gorbacev ha condannato l'uccisione della giornalista come "un colpo alla stampa libera tutt'intera".

A Washington il Dipartimento di stato ha espresso tristezza per l'assassinio della giornalista, che ha sempre "acceso una luce sulle violazioni ai diritti umani e altre atrocità della guerra in Cecenia".

Né ieri, né oggi vi sono state dichiarazioni di Putin.