Mindanao, attentato di matrice islamica: 12 vittime

La bomba, fatta esplodere durante una festa, ha ferito altre 42 persone. Poche ore prima, un altro ordigno aveva ferito 6 persone a Tacurong. Secondo fonti militari, gli attacchi sono la risposta islamica all'arresto della moglie di uno dei leader del terrorismo locale.


Makilala (AsiaNews/Agenzie) – Una bomba fatta esplodere ieri sera da militanti islamici nel sud delle Filippine ha ucciso 12 persone e ne ha ferite altre 42. L'esplosione ha devastato un banco che vendeva bibite alcoliche in occasione del 52° anniversario della fondazione di Makilala, cittadina nel cuore della provincia di Mindanao a 950 chilometri di distanza da Manila. Poche ore prima, un altro ordigno posizionato nella città di Tacurong – sempre a Mindanao – aveva ferito 6 persone.

Secondo alcuni rappresentanti dell'esercito filippino, le 2 esplosioni sono la risposta all'arresto di Istiada Binti Oemar Sovie - moglie di Dulmatin, uno dei più ricercati terroristi dell'area – avvenuto la settimana scorsa. I servizi segreti credono che il terrorista sia nascosto a Jolo, nel cuore dell'arcipelago meridionale, insieme ad un altro ricercato di nazionalità indonesiana. I 2 sarebbero protetti dai guerriglieri di Abu Sayyaf (i "portatori di spada", braccio locale di al-Qaeda).

Sarebbe quest'ultimo gruppo l'autore materiale degli attentati: la conferma viene da alcuni particolari rinvenuti nella parte inesplosa delle bombe, che rivelano una fattura tipica dei ribelli filippini.

Nel frattempo, nonostante l'alto livello di guardia delle forze armate, le ambasciate di Stati Uniti, Australia e Gran Bretagna hanno avvertito i rispettivi governi del pericolo di un viaggio a Mindanao ed hanno invitato i loro concittadini a non recarsi nella zona, ad alto rischio di attacco.

L'arcipelago meridionale è sconvolto da circa 40 anni di ribellione da parte dei guerriglieri islamici, che chiedono una formale indipendenza da Manila. Il governo ha iniziato a concedere una parziale autonomia ai 2 principali gruppi ribelli, il Moro Islamic Liberation Front ed il Moro National Liberation Front, ma ha ribadito più volte che non intende trattare con gruppi composti da terroristi.