Preoccupazione per i risultati dell'inchiesta sulle violenze a Dili

A giorni verrà reso pubblico il lavoro della Commissione internazionale sugli scontri di maggio e aprile; analisti e Chiesa locale temono reazioni violente tra la popolazione. Vescovo di Dili invita alla pace e alla calma.


Dili (AsiaNews) – Le reazioni della società est timorese all'imminente pubblicazione dei risultati della Commissione d'inchiesta sulle violenze di aprile e maggio a Timor Est preoccupano analisti internazionali e Chiesa locale. Secondo l'International Crisis Group, con sede a Bruxelles, i contenuti delle indagini sono potenzialmente "esplosivi". Per questo il prestigioso think-thank ha invitato ieri il presidente est-timorese, XananGusmao, a prendere le giuste precauzioni nell'interesse della nazione.

Stessa preoccupazione quella espressa dal vescovo di Dili, mons. Alberto Ricardo da Silva, che una settimana fa, in un incontro con alla stampa, aveva detto: "Dobbiamo riempire i nostri cuori di pace e calma nel ricevere i risultati dell'inchiesta, perché saranno un passo positivo verso la verità e la giustizia".

La Commissione internazionale indipendente è stata istituita nel giugno scorso per volere dell'allora ministro degli Esteri e attuale premier, Ramos Horta; essa doveva rendere pubblici i suoi risultati già l'8 ottobre, ma ancora sono in corso le traduzioni del testo in indonesiano, portoghese e tetum. La Commissione ha il compito di investigare sui responsabili dei disordini seguiti alla protesta dell'esercito contro il contestato primo ministro Mari Alkatiri, poi costretto alle dimissioni. Tra aprile e maggio le violenze tra disertori e lealisti intorno a Dili hanno ucciso almeno 21 persone.  

Mons. da Silva sottolinea che alcuni leader, istituzioni e la stessa società civile potrebbero non gradire i risultati dell'inchiesta, che devono però essere accettati come un modo per ricostruire i diritti umani e la giustizia nel Paese. Infine il presule lancia un appello: "Chiedo a tutta la popolazione di accettare l'indagine senza violenza".

Le preoccupazione maggiori si concentrano sugli ambienti militari. Secondo p. Jose Soares, della diocesi di Dili, "il potenziale numero uno per nuove violenze è l'esercito". "Se alcuni militari verranno nominati nell'inchiesta – ha detto il sacerdote ad Ucanews - spero accetteranno le loro responsabilità. Altrimenti potrebbero scatenare una pericolosa guerriglia".