Lo chiede oggi una petizione presentata dai gruppi per i diritti umani europei ed asiatici al futuro segretario delle Nazioni Unite, in partenza per Pechino. Nel frattempo, continuano le sanzioni internazionali contro Pyongyang.
Seoul (AsiaNews/Kt) I gruppi per i diritti umani di nove Paesi asiatici ed europei hanno chiesto oggi a Ban Ki-moon, ministro sudcoreano degli Esteri e nuovo segretario generale delle Nazioni Unite, di "prestare nel corso del suo incarico un'attenzione particolare alla situazione dei diritti umani in Corea del Nord".
La petizione firmata da esponenti coreani, inglesi, francesi, tedeschi e norvegesi - è stata presentata subito dopo l'annuncio del viaggio di Ban in Cina, previsto per il prossimo 27 ottobre.
Nel corso della visita è previsto un incontro con il presidente Hu Jintao "per discutere dei problemi asiatici ancora irrisolti", come la provocazione nucleare nordcoreana ed il tavolo del disarmo atomico.
Come sottolineano alcuni membri del suo staff, Ban andrà in Cina in veste di leader designato dell'Onu, non come membro del governo di Seoul.
Secondo alcuni analisti, la visita riveste particolare importanza, perché avviene una settimana dopo la visita a Pyongyang di una delegazione cinese di alto livello, guidata dal consigliere di Stato Tang Jiaxuan, che ha consegnato a Kim Jong-il un messaggio privato da parte di Hu Jintao.
Al rientro in patria, la delegazione ha dichiarato che il "Caro Leader" si è detto dispiaciuto degli esperimenti atomici ed ha dichiarato di "essere pronto ad interromperli" se gli Stati Uniti "allentano la pressione sul suo Paese".
Nel frattempo, la comunità internazionale continua con il bando navale contro la Corea del Nord, previsto nelle sanzioni approvate dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu in risposta ai test atomici annunciati dal Pyongyang il 9 ottobre scorso.
L'Australia ha messo oggi a disposizione una delle sue navi da guerra per far rispettare queste sanzioni: il ministro della Difesa, Brendan Nelson, ha detto che "e' possibile, in base alla risoluzione Onu, che una delle nostre navi venga inviata a sostegno delle sanzioni e del divieto internazionale di fare avanti e indietro dalla Corea del Nord con elementi utilizzabili per produrre armi di sterminio".
Da parte sua, secondo i media nipponici, il Giappone "è pronto a mettere in campo il suo apparato di auto-difesa, ricorrendo alla Marina e all'Aviazione, per ispezionare le navi dirette in Corea del Nord che passano nelle acque degli Stretti di Tsushima e Okinawa, rispettivamente al largo delle coste occidentali e meridionali nipponiche, schierandovi cacciatorpediniere e aerei ricognitori P-3C".
Piu' in generale, Tokyo si è detto deciso "ad attuare una sorta di blocco aereo, congelare i conti bancari all'estero degli esponenti del regime di Pyongyang e ad estendere l'embargo sui materiali di potenziale uso bellico anche ad altre merci, compresi gli articoli di lusso".