Thailandia: primo raduno del nuovo parlamento dopo il colpo di stato

L'incarico di speaker dell'Assemblea legislativa va a Meechai, stretto consigliere della giunta militare e vicino al re. La votazione di oggi già evidenzia la scarsa indipendenza del parlamento dai generali, che di fatto continuano a reggere il Paese.


Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – Il nuovo parlamento thailandese, nominato dopo il colpo di Stato militare del 19 settembre scorso, si è riunito oggi per la prima volta. I suoi 242 membri avranno però poco potere di controllo su un governo tenuto in mano dai generali promotori del golpe incruento.

Un primo segnale della scarsa facoltà decisionale dell'organo è evidente già nella nomina oggi del principale consulente legale della giunta a presidente della Assemblea legislativa nazionale. Meechai Ruchupan, 68 anni, è già stato speaker del senato due volte e stamattina ha vinto con il 70 per cento dei voti. Fin dai primi momenti  dopo la deposizione dell'ex premier Thaksin Shinawatra, egli ha lavorato come consigliere della giunta militare. Come altri parlamentari, ha stretti legami con Prem Tinsulanonda, consigliere el re e figura ritenuta tra gli ideatori del golpe.

La scelta di Meechai non sorprende all'interno di un organo governativo nominato dai militari stessi. Secondo analisti locali, essa evidenzia la quasi totale dipendenza dell'Assemblea dal volere dei generali. Pibhop Dongchai, membro del gruppo di pressione Campaign for Popular Democracy, sostiene che dietro la nomina di oggi "vi è la giunta, la quale è rimasta sorda alla voce di chi si opponeva a Meechai". "Quest'uomo – ricorda Pibhop – ha avuto incarichi pubblici in ogni governo, specialmente in quelli formati da dittatori". I militari - secondo Michael Nelson, un ricercatore della Bangkok's Chulalongkorn University - ora mirano a stabilizzare il loro potere e non avere opposizioni in parlamento".

Sotto la Costituzione imposta dalla giunta e approvata dal re tre settimane fa, l'Assemblea nazionale lavorerà come un parlamento unicamerale per un anno, ma non ha facoltà di votare su questioni di governo.