Bangkok tenta un nuovo approccio alla crisi del sud musulmano
di Weena Kowitwanij

Il governo adotta una linea più dialogica con i ribelli islamici: per la mediazione ripristina un'agenzia civile, chiusa da Thaksin nel 2001; apre al dialogo con esponenti della comunità musulmana; e conquista l'appoggio della Malaysia.


Bangkok (AsiaNews) – Il primo ministro thailandese ad interim promette di rimuovere i funzionari governativi che non hanno saputo gestire la crisi nelle tre province del sud e confida nelle nuove generazioni per mettere fine alle violenze. Surayud Chulanont, nominato premier un mese fa, dopo il colpo di Stato che ha deposto Thaksin Shinawatra, è arrivato oggi a Pattani per un tour nelle zone meridionali; qui non cessano gli scontri tra militanti islamici indipendentisti ed esercito come pure i soprusi sulla comunità buddista.

Rispetto al precedente esecutivo, il nuovo governo ha però deciso di adottare una linea più dialogica con i ribelli. Ne è prova la riattivazione del "Centro per lo sviluppo delle province meridionali di confine", un'agenzia civile proposta alla mediazione nella crisi. Ieri a capo del ripristinato organismo il primo ministro ha chiamato Phranai Suwannarat. Egli ha subito dichiarato il suo impegno per "la giustizia e l'uguaglianza" e per una "maggiore comprensione" delle esigenze locali. Il Centro era stato chiuso nel 2001 dall'allora capo del governo Thaksin, che lo riteneva inefficace contro l'insorgenza separatista. Ad esso aveva preferito un approccio militare e a luglio 2005 ha introdotto leggi d'emergenza per il sud, che conferiscono pieni poteri all'esercito. La giunta pur estendendo per altri tre mesi le controverse leggi, auspica che il lavoro del Centro possa con il tempo non renderle più necessarie.

Oggi il premier Surayud ha parlato davanti a più di 500 insegnanti, funzionari pubblici e studenti musulmani. A loro ha promesso di allontanare i politici che hanno "alimentato il separatismo islamico" e ha invitato i giovani a "costruire un buon futuro" per se stessi e il Paese. Il primo ministro ha poi assicurato che Paesi come Malaysia - confinante con le turbolente province thailandesi - e Indonesia appoggiano pienamente la nuova strategia politica di Bangkok verso il sud. Già il generale Sonthi Boonyaratglin, leader della giunta militare e artefice del golpe di settembre, aveva visitato le province del sud. Da musulmano ha incontrato esponenti della comunità locale promettendo loro un reale sviluppo "attraverso istruzione e buon governo".

Secondo analisti thailandesi, una sincera collaborazione di tutte le parti in causa è la via giusta per arrivare ad una soluzione: "I musulmani del sud si ritengono thai e chi combatte per la separazione è solo un piccolo gruppo di persone che usa la questione religiosa per tornaconto personale".