India, una proposta di legge concede alle donne islamiche di poter chiedere il divorzio
di Nirmala Carvalho

La massima autorità legale per gli sciiti indiani ha preparato una bozza di legge che prevede il diritto per le donne di divorziare in caso di torture fisiche o psichiche, abbandono o frode.


Delhi (AsiaNews) – Una nuova tipologia di contratto matrimoniale allo studio dei religiosi sciiti potrebbe concedere molto presto alle donne musulmane che vivono in India il diritto di divorziare dal marito.

La All India Shia Personal Law Board – Aispbl, massima autorità legale per gli sciiti indiani - ha infatti proposto un nuovo modello di nikahnama [contratto matrimoniale che prevede il ricorso a un giudice religioso per la soluzione delle dispute matrimoniali ndr] che concede nuovi diritti alle donne in ambito matrimoniale.

Maulana Mirza Mohammad Athar, presidente dell'Aispbl, spiega che la proposta allo studio "darà i termini precisi di quali azioni legali possono essere intrapresi da uomini e donne e quale devono essere i risarcimenti in caso di divorzio".

Athar aggiunge che "fino ad oggi alle donne era negato il divorzio: noi gli daremo questo diritto, se la proposta supera l'esame di diversi esperti legali, fra cui i giudici delle Corti maggiori del Paese".

La proposta di nikahnama sarà presentata alla seconda sessione annuale dell'Asipbl, prevista per il 26 novembre a Mumbai: in questa occasione, i delegati saranno chiamati a votarla.

Secondo alcune indiscrezioni, la bozza prevede la possibilità di divorzio per la donna che viene torturata "fisicamente o mentalmente" dal marito, ma anche per chi viene abbandonata ed in caso di matrimonio contratto con la frode.

La proposta, sebbene apprezzata da molti, trova anche alcuni critici. Fra questi, la All India Muslim Women Personal Law Board, organizzazione che riunisce le donne musulmane indiane, che protesta: "Hanno interpellato tanti esperti, ma nemmeno una donna".