Si fa più aspro lo scontro politico per il futuro del governo libanese
di Youssef Hourany

Hezbollah minaccia manifestazioni di piazza se non avrà la "minoranza di blocco", che la maggioranza non vuole concederle. Domani riprende il dialogo promosso dal presidente del parlamento Nabih Berri.


Beirut (AsiaNews) – Si annuncia cruciale l'incontro che domani vedrà riuniti i massimi esponenti politici libanesi per cercare di trovare una soluzione alla richiesta di Hezbollah e dei suoi alleati di formare un governo di unità nazionale nel quale essi abbiano un terzo dei ministri. È la cosiddetta "minoranza di blocco" che permette di impedire qualsiasi decisione del governo ed appare essere il punto cruciale della discussione che, ieri, si è fatta a tratti durissima, con feroci scambi di accuse tra la maggioranza che per bocca di Hariri e Joumblatt ha accusato il Partito di Dio ed i suoi alleati (il generale Aoun e l'ex-ministro Souleiman Frangieh) di dover eseguire gli "ordini" di Teheran e l'opposizione che ha definito il governo Siniora uno strumento del progetto americano per un nuovo Medio Oriente.

Sullo sfondo, la minaccia di Hezbollah di chiamare la piazza a manifestare se non avrà soddisfazione e la replica di Geagea di essere pronto a fare altrettanto.

In questo quadro, dopo due giorni di riunioni ininterrotte fra i leader politici in Libano, sotto la presidenza del presidente del parlamento libanese, Nabih Berri, i partecipanti hanno preso un giorno di riposo forzato, perché ognuno torni domani, giovedì, con un progetto.

Ora è in atto un tentativo che il deputato Michel Murr, greco-ortodosso, considerato un pragmatico e definito "emissario intelligente", sta compiendo con tutti i componenti della tavola del dialogo, su incarico degli stesso leader politici libanesi. Murr incontrerà oggi anche il presidente Lahhoud ed il patriarca maronita Sfeir.

Le prossime 24 ore potrebbero dunque essere decisive per il Libano. Fonti giornalistiche dell'opposizione ed in particolare Al-Manar, la televisione di Hezbollah, insistono per la formazione di un nuovo governo "capace di assumere posizioni a favore della vittoria raggiunta contro Israele, oppure manifestazioni fino alla deposizione del governo di Fouad Siniora", considerato anti-opposizione e "mancante di ogni presenza efficace".

Tra i temi caldi, c'è anche la formazione del tribunale internazionale che dovrebbe giudicare i delitti politici commessi dal 2004, del quale la maggioranza accusa Hezbollah e i suoi alleati di volere il boicottaggio. In proposito, il deputato della maggioranza, il druso Walid Joumblatt, ha parlato della sentenza contro Saddam Hussein accostandola a quella che dovrebbe essere emanata contro gli assassini dell'ex premier libanese Rafic Hariri.

Dal canto suo, il presidente Berri, sciita e considerato vicino all'opposizione, ha ribadito la necessità di rispettare le risoluzioni dell'ONU, "ma senza prevaricare la volontà libanese".

Sulla situazione politica, Berri ha espresso ottimismo, malgrado le critiche avanzate da molte parte contro la sua iniziativa, sottolineando la buona volontà che è stata mostrata da tutti.