Guangdong, 4000 contadini prendono in ostaggio 300 dirigenti comunisti ed investitori stranieri

Protestano contro la requisizione delle loro terre ed il furto nei risarcimenti da parte dei corrotti  funzionari pubblici. Hanno attaccato un granaio che veniva inaugurato e vi hanno chiuso dentro dirigenti ed ospiti stranieri. Situazione ancora in stallo.


Guangzhou (AsiaNews) – Un gruppo composto da circa 4mila contadini del Guangdong ha attaccato ieri sera un enorme granaio costruito sui loro terreni, requisiti con la forza dal governo, e vi tiene al momento in ostaggio circa 300 fra funzionari comunisti ed ospiti stranieri riuniti per l'inaugurazione della struttura. Lo riporta Radio Free Asia.

I contadini, tutti abitanti del villaggio Sanzhou, si sono riuniti attorno all'edificio pochi minuti dopo il taglio del nastro inaugurale e lo hanno circondato, bloccando così tutte le uscite. Una di loro, anonima per motivi di sicurezza, conferma che "alcuni fra gli ostaggi sono funzionari del governo centrale e di quello locale, mentre altri sono gli investitori stranieri provenienti da Thailandia, Germania, Gran Bretagna ed Hong Kong".

Sul motivo dell'attacco, spiega che "il governo ha requisito i terreni che coltiviamo da decenni e i funzionari locali hanno rubato i nostri risarcimenti. Ora vogliamo almeno il nostro denaro".

Un altro abitante di Sanzhou - che si trova nella parte settentrionale della provincia, "cuore" dell'economia cinese – racconta che "quando abbiamo spiegato agli stranieri il motivo del nostro attacco, non sapevano che dire. Ora sanno che il furto dei nostri terreni significa una condanna alla povertà ed uno di loro ha detto che, se le cose stanno così, non comprerà il grano che viene raccolto qui per protesta contro il trattamento che abbiamo subito".

L'Ufficio di pubblica sicurezza di Shunde, che ha il controllo dell'area, conferma l'accaduto e dice di aver già inviato diversi agenti in tenuta anti-sommossa.

I contadini sono sicuri che la polizia non li attaccherà, perché "il massacro di Shanwei del 6 dicembre scorso, quando gli agenti hanno ucciso diversi contadini del Guangdong che protestavano contro la requisizione delle loro terre, ha avuto un fortissimo impatto sull'opinione pubblica. Pechino non vuole che questo accada di nuovo".

La disputa sui terreni di Sanzhou nasce nel 1992, quando il governo ruba la terra agli abitanti e la rivende ad alcuni investitori privati. Per questo, ricompensa i contadini con 6mila yuan (circa 600 euro) a testa. Nel 2005, una petizione firmata da oltre 10mila di loro chiede al governo di rendere pubblici i dati della vendita degli oltre 9mila mu (1.482 acri) di terra venduti.

Secondo i dati, la terra è stata comprata dagli stranieri a 130mila yuan per mu, ma il governo ha dato ai contadini solo il 30 % della cifra. Gli abitanti si ribellano ed accusano di corruzione i funzionari locali, ma la loro petizione non viene raccolta da nessuno. "L'attacco al granaio – conclude uno di loro – era l'ultima possibilità rimasta".