Cattolici vietnamiti: 300 mila bambini ciechi attendono qualche politica sociale
di JB. VU

Ad essi non sono garantite assistenza ed educazione e aspettano di vedere concretizzati i loro diritti, finora rimasti solo sulla carta. Le problematiche esposte in un incontro all'arcidiocesi di Ho Chi Minh City.


Ho Chi Minh City (AsiaNews) – In Vietnam è necessario delineare precise politiche sociali per i disabili, in particolare per i bambini ciechi. A metter in luce il problema è la Chiesa cattolica che in questo campo svolge da tempo importanti iniziative. In occasione della giornata internazionale per il lavoro sociale, lo scorso 12 novembre, alcuni volontari cattolici hanno organizzato un incontro con 30 bambini non vedenti all'arcidiocesi di Ho Chi Minh City. In quest'occasione i giovani hanno raccontato le difficoltà che affrontano nel quotidiano e gli operatori sociali presenti hanno espresso le loro opinioni circa i passi che il governo dovrebbe compiere nel settore.

Un ragazzo cieco, di 15 anni, sogna di "poter andare a scuola, aiutato da qualche persona vedente". "In questo modo – aggiunge – potrei uscire e integrarmi; in Vietnam è difficile trovare un lavoro e per di più persiste un atteggiamento discriminatorio verso i ciechi". "Ma - conclude - sono molto felice, perché alcuni volontari ci sono vicini e spero che in futuro saranno organizzate sempre più attività per i non vedenti".

In Vietnam vivono circa 300 mila bambini ciechi, la maggior parte porta questo handicap dalla nascita.

Mai, 14 anni, racconta di voler imparare a scrivere e leggere con l'alfabeto Braille, ma di non avere nessuno che possa insegnarglielo: "Mi sento emarginata, non posso comunicare, né uscire di casa".

Il sig. Nguyen - presidente della Warm Shelter, che lavora con i bambini non vedenti - spiega l'urgenza di una politica sociale indirizzata a questi giovani: "Insieme a serie politiche da parte del governo, vi è la necessità di costruire una coscienza sociale riguardo i disabili e i bambini ciechi". L'uomo, anch'egli non vedente definisce "miserabile" la vita dei portatori di handicap nel Paese. "Il Vietnam – continua – deve rendere concreti i diritti riservati ai disabili, rispettando la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del bambino, che ha ratificato nel 1990; Hanoi va molto orgogliosa dell'adesione a questo documento, che però non ha riscontro nella realtà".

I bambini disabili in tutto il Paese sono 5 milioni - ricorda un operatore sociale presente all'incontro - la cifra comprende anche giovani sordo-muti e con handicap mentali e fisici. "Tutto questo – conclude - sta portando ad una grave crisi morale nella società, abbiamo bisogno di sensibilizzare la popolazione  non solo i politici sui diritti di queste persone".