Bangladesh: si dimette il capo della Commissione elettorale

Aziz si congeda per tre mesi, dopo le violente proteste dell'opposizione, che da settimane percorrono il Paese. Il presidente auspica uno sblocco della crisi politica, ma secondo analisti la situazione è ancora molto instabile.


Dhaka (AsiaNews) – Il capo della Commissione elettorale (EC) in Bangladesh ha lasciato l'incarico dopo le massicce proteste dell'opposizione  politica, che negli ultimi giorni ha letteralmente paralizzato il Paese. Iajuddin Ahmed, presidente e capo del governo provvisorio che condurrà il Bangladesh alle elezioni generali di gennaio 2007, ha riferito ieri sera che il contestato M.A. Aziz ha deciso di prendersi tre mesi di congedo per permettere l'organizzazione dell'appuntamento elettorale senza la sua supervisione. Ancora, però, non è stato comunicato quando verrà sostituito.

Aziz è stato al centro di manifestazioni su scala nazionale promosse nelle ultime settimane dalla Awami League (AL), coalizione dei 14 principali partiti d'opposizione, che minacciava di boicottare le elezioni se Aziz non fosse stato rimosso; su di lui, il sospetto di non poter essere neutrale data la sua vicinanza al governo uscente del Partito nazionalista del Bangladesh (BNP), che lo ha messo a capo della EC lo scorso 23 maggio. Dal canto suo Aziz ha sempre negato le accuse e fino a ieri aveva rifiutato di dimettersi. Ora il presidente deciderà "secondo la legge" chi ricoprirà l'incarico di Aziz. Per il momento, il capo di Stato ha annunciato la nomina di due nuovi commissari elettorali e auspicato che i cambiamenti sblocchino la crisi politica, in atto da un mese.

Da giorni i sostenitori della AL manifestano bloccando mezzi di trasporto e vie di comunicazione nelle principali città. Oggi nella capitale Dhaka le proteste si sono trasformate in una festa per la "vittoria del movimento popolare". Ma la situazione è ancora molto delicata.

Secondo analisti locali, l'instabilità è dovuta alla forte contrapposizione tra la AL - la quale ha ancora numerose richieste di riforme, su cui aspetta risposta - e il BNP, che spinge il governo ad interim a non cedere alle pressioni.

Intanto le violente proteste hanno tenuto Dhaka isolata per tre giorni e fatto lievitare i prezzi dei prodotti alimentari di base a causa della difficoltà di trasportare i rifornimenti.