Fallisce per la terza volta la mozione contro Chen Shuibian

La campagna contro il presidente lanciata dal Kuomintang si è indebolita dopo che anche il loro leader, Ma Ying-jeou è stato accusato di corruzione.


Taipei (AsiaNew/Agenzie) – Per la terza volta in un anno, una mozione dell'opposizione che avrebbe fatto cadere il presidente Chen Shuibian è stata bocciata in una votazione al parlamento. La mozione prevedeva il varo di un referendum popolare per decidere la sorte di Chen, accusato di corruzione  nell'uso di fondi statali, insieme alla moglie.

In favore hanno votato 118 parlamentari, in maggioranza del Kmt (Kuomintang). Ma per l'approvazione occorreva il voto di due terzi del parlamento, e cioè 146 voti.

Il partito del presidente, il Dpp (Democratic Progressive Party), ha boicottato il voto; altri hanno votato contro o con voti invalidi. Il Kmt, che cerca una rivincita politica, aveva presentato una mozione simile già nel giugno e nell'ottobre scorso con gli stessi scarsi risultati.

Il presidente Chen è accusato di essere "complice" di sua moglie Wu Shu-chen, accusata di aver utilizzato per fini personali almeno 14,8 milioni di dollari di Taiwan (circa 350 mila euro), che erano parte di un fondo speciale per la diplomazia.

Dall'inizio di novembre l'opposizione ha scatenato manifestazioni e sit-in per creare consenso nella popolazione. Un colpo duro alla loro campagna è venuto quando nei giorni scorsi anche Ma Ying-jeou, il leader del Kmt, è stato accusato di aver usato fondi del governo per spese personali. Ma Ying-jeou, conosciuto per le sue "mani pulite", avrebbe intascato ogni mese 170 mila dollari di Taiwan, per spese che egli ha giustificato con scontrini  e ricevute non sue. Ieri Ma ha dichiarato di essere "tranquillo" e che "non c'è da preoccuparsi". Egli ha anche promesso che se verrà giudicato colpevole, si dimetterà come sindaco di Taipei e come presidente del Kmt. Per le elezioni presidenziali del 2008, il Kmt puntava proprio su di lui come candidato per una vittoria sul Dpp.

Su tutta la vicenda si nota il silenzio della leadership di Pechino, un tempo sempre pronta a sottolineare gli errori dei politici nell'isola ribelle.Secondo diversi blogger della Cina popolare, Pechino tace perchè i suoi leader hanno problemi di corruzione ancora più vistosi. Lo stesso dibattito e il duro confronto a Taiwan è visto dai cinesi come un segno di vera democrazia.