Papa: l’umanità di oggi attende, talora inconsapevolmente, l'avvento di Cristo
La storia di questi ultimi 50 anni mostra l'attesa di una salvezza a basso prezzo, che produce cocenti delusioni. Il presepe, “elemento così importante, non solo della nostra spiritualità, ma anche della nostra cultura e dell'arte”.
Città del Vaticano (AsiaNews) – Avvicinarsi al Natale non sia solo allestire doni e luminarie, ma prepararsi nell’animo “all’evento straordinario che ha cambiato la storia”. E’, nelle parole di Benedetto XVI, il compito che spetta ai cristiani, di fronte ai tanti che spesso non solo vivono come se Dio non esistesse, ma a volte lo considerano un ostacolo per la loro realizzazione. E se “proprio la storia di questi ultimi 50 anni dimostra l'attesa di una salvezza a basso prezzo”, che produce “cocenti delusioni”, “pur con le sue contraddizioni, le sue angustie e i suoi drammi”, l’umanità di oggi “cerca un Salvatore e attende, talora inconsapevolmente, l'avvento di Cristo”.
Ripetuti suoni di zampogne e canti natalizi, oggi, all’udienza generale che precede il Natale, al quale il Papa ha dedicato la sua riflessione, rivolta agli ottomila fedeli festanti che hanno riempito l’Aula Paolo VI, in Vaticano. Un calore che si è visto fin dall’arrivo del Papa, che ha percorso lentamente il corridoio tra le transenne, fermandosi a salutare i fedeli, che lo hanno “assaltato” affettuosamente.
“L'umanità del nostro tempo attende ancora il Salvatore?”, si è chiesto il Papa. “Si ha la sensazione – ha aggiunto - che molti considerino Dio come estraneo ai loro interessi. Apparentemente non hanno bisogno di Lui; vivono come se non esistesse e, peggio, come se fosse un ostacolo da rimuovere per realizzare se stessi”. E “anche fra i credenti alcuni si lasciano attrarre da allettanti chimere e distrarre da fuorvianti dottrine che propongono illusorie scorciatoie per ottenere la felicità”. La strada da seguire invece è prepararci ad avvicinarci alla grotta di Betlemme dove si è compiuto “il prodigio: il creatore dell’universo è venuto per amore a porre la sua dimora tra gli uomini” con lo stesso animo che avevano Maria e Giuseppe. “Non è difficile immaginare come abbiano trascorso gli ultimi giorni nell’attesa di stringere il neonato nelle loro braccia”. Il loro atteggiamento sia il nostro, in modo che “nascendo tra noi non ci trovi distratti o semplicemente impegnati ad abbellire con luminarie le nostre case”. Allestiamo piuttosto le nostre anime per accogliere degnamente “l’avvento di Cristo, l’unico redentore dell’uomo e di tutto l’uomo”.
“Tra qualche giorno – ha detto infine, al termine dell’udienza - è Natale e immagino che nelle vostre case di stia ultimando l'allestimento del presepe, che costituisce una quanto mai suggestiva rappresentazione della Natività. Auspico – ha concluso -  che un elemento così importante, non solo della nostra spiritualità, ma anche della nostra cultura e dell'arte, continui ad essere un semplice ed eloquente modo per ricordare colui che è venuto ‘ad abitare in mezzo a noi’ ”.