L’opposizione invita a boicottare le elezioni parlamentari
di Nozrul Islam
La Awami League ritiene che il governo ad interim non sia neutrale e chiede le dimissioni del presidente Iajuddin. Leader Hasina: “Impossibile andare alle urne in questa atmosfera”.
Dhaka (AsiaNews) – Dopo settimane di scioperi e manifestazioni la Awami League (Al) e i suoi alleati politici hanno deciso di boicottare le imminenti elezioni generali in Bangladesh previste per il 22 gennaio. Sheik Hasina, leader della coalizione d’opposizione, ha spiegato che l’atmosfera non nel Paese non garantisce elezioni libere e trasparenti. I vari esponenti della Al sostengono infatti che l’attuale governo “di transizione” - guidato da ottobre dal presidente Iajuddin Ahmed - non è riuscito a dimostrare la sua neutralità.
 
Durante una conferenza stampa a Dhaka, Hasina, che guida una coalizione di 14 partiti, ha accusato di nuovo “il governo ad interim di favorire l’uscente partito al potere”, il Partito nazionalista del Bangladesh (Bnp). “Noi non ci recheremo alle urne” ha aggiunto. La leader, ex primo ministro, ha poi spiegato che Iajuddin può rimanere presidente del Paese, ma deve dimettersi come capo del governo provvisorio. La Al ha chiamato per il 7 e 8 gennaio un nuovo blocco nazionale dei trasporti come forma di protesta per chiedere riforme elettorali.
 
La Awami League e i suoi alleati
La Al è la stessa formazione che nel 1971 condusse la lotta per l’indipendenza dal Pakistan costituendo una repubblica fondata sui principi del socialismo e della laicità. Il presidente e “Padre della Patria” Mijibur Rahman ha governato dal 1971 al 1975, quando venne ucciso insieme a quasi tutti i membri della sua famiglia. Si salvò la figlia Sheikh Hasina, che era all’estero, ed ora è presidente della Lega, dopo essere stata primo ministro dal 1996 al 2001. I partiti minori alleati dell’AL vanno dal centro all’estrema sinistra comunista; alcuni sono di ispirazione islamica moderata.
 
Nelle settimane scorse, un consistente gruppo di membri del Bnp, fra cui una quarantina di ex parlamentari e ministri, hanno lasciato il partito, accusandolo di corruzione e di violazione dei principi della democrazia, per fondare il Liberal Democratic Party (LDP), che anche se non formalmente alleato con l’Al, ne appoggia le principali richieste e lotte di questa fase politica.