Papa: la vera gioia viene dall’amore di Dio, non da quella reclamizzata dalla pubblicità
Vistando la mensa della Caritas di Roma, Benedetto XVI rileva come l’amore si evidenzi nel servizio alla persona, “senza distinzione di razza, religione e cultura”.

Roma (AsiaNews) – Chi riceve come chi dà, nel lavoro quotidiano della Caritas, sperimenta la bellezza dell’amore che Gesù ha portato, sente “la profondità della gioia che da esso deriva, una gioia certamente diversa da quella illusoria reclamizzata dalla pubblicità”. La prima visita del 2007 fuori dal Vaticano ha visto oggi Benedetto XVI alla mensa Caritas del quartiere di Colle Oppio, non lontano dalla stazione Termini, che lo stesso Papa ha definito “simbolo, in qualche modo, della Caritas romana”. La mensa di Colle Oppio, infatti, è la prima struttura di accoglienza per senza dimora fondata a Roma. Aperta nel 1983, in 23 anni ha ospitato migliaia di disagiati italiani e stranieri, distribuendo oltre nove milioni di pasti. E da oggi anche Benedetto XVI ne ha la tessera - che ha il numero 1 - consegnatagli dal direttore della Caritas romana mons. Guerino Di Tora. Dal canto suo, il Papa ha portato in dono alla mensa 10mila coperte e 2mila giacconi pesanti contro i rigori dell'inverno.

 

Salutato da grida festose di “Viva Il Papa” di alcune centinaia di persone, riunite all’interno della struttura, Benedetto XVI ha sottolineato come Gesù, “il pane disceso dal cielo”, “il pane della vita”, “si rende in qualche modo visibile ogni giorno in questa Mensa, dove non si vuole dare soltanto da mangiare, ma servire la persona, senza distinzione di razza, religione e cultura”.

 

Nella mensa della Caritas, nelle parole del Papa “è possibile toccare con mano la presenza di Cristo nel fratello che ha fame e in colui che gli offre da mangiare. Qui si può sperimentare che, quando amiamo il prossimo, conosciamo meglio Dio: nella grotta di Betlemme, infatti, Egli si è manifestato a noi nella povertà d’un neonato bisognoso di tutto. Il messaggio del Natale è semplice: Dio è venuto tra noi perché ci ama. Dio è amore: non un amore sentimentale, ma un amore che si è fatto dono totale sino al sacrificio della Croce”.

 

Benedetto XVI ha poi ricordato le parole che Giovanni Paolo II disse nel 1992 visitando questa stessa istituzione: “L’uomo che soffre ci appartiene”. La frase è riportata sulla lapide posta all’ingresso della mensa, dedicata a papa Wojtyla, e scoperta oggi da Benedetto XVI.

Lo stesso Papa, riferendosi poi al presepe costruito nella sala, ha sottolineato che “dalla grotta di Betlemme, da ogni presepe si diffonde un annuncio che è per tutti: Gesù ci ama e ci insegna ad amare. I responsabili, i volontari e tutti coloro che frequentano la Mensa possano sperimentare la bellezza di questo amore; possano sentire la profondità della gioia che da esso deriva, una gioia certamente diversa da quella illusoria reclamizzata dalla pubblicità”.

 

“Lo Spirito Santo – ha concluso - animi i cuori dei responsabili e di tutti gli operatori e volontari, perché compiano il loro servizio con dedizione sempre più consapevole, ispirandosi all’autentico stile dell’amore cristiano, che i Santi della carità hanno riassunto nel motto: il bene va fatto bene”.