Per la giunta militare Aung San Suu Kyi evade le tasse
L’accusa è stata lanciata ieri dai media nazionali, secondo cui i familiari della leader democratica investono i suoi soldi all’estero. La Suu Kyi ha passato 11 degli ultimi 17 anni in galera o agli arresti domiciliari.
Yangon (AsiaNews/Agenzie) – I media statali hanno accusato ieri Aung San Suu Kyi, leader del movimento nazionale pro-democrazia, di “evadere le tasse grazie ad investimenti esteri compiuti con i soldi del Nobel per la pace”. L’attivista ha passato 11 degli ultimi 17 anni in carcere o agli arresti domiciliari.
 
Per la giunta militare che governa il Paese, la Suu Kyi “è una minaccia all’unità nazionale” dato che, insieme al suo Partito, “cerca di minare l’attuale governo collaborando con potenze straniere”.
 
Un quotidiano, il New Light of Myanmar, ha scritto che “ha evitato di pagare le tasse allo Stato chiedendo ai familiari di spendere tutto il suo denaro all’estero, invece che all’interno del Paese”.
 
La giunta ha preso il potere nel 1988 dopo aver perseguitato il movimento democratico: nel 1990, quando quest’ultimo ha vinto le elezioni con una enorme maggioranza, i generali hanno rifiutato di cedere il potere.
 
Secondo il giornale, il comportamento di Aug San Suu Kyi è da deplorare ancora di più in considerazione del fatto che “il governo non la mette più in galera, come previsto dalla legge, ma si limita solo ad imporle alcune necessarie restrizioni”.