Dopo nove mesi tornano gli attentati suicidi, tre le vittime
Per la prima volta un kamikaze si fa esplodere ad Eilat. Fatah condanna il gesto, mentre Hamas lo giustifica come resistenza agli attacchi israeliani. Continua il conflitto tra i gruppi palestinesi.

Gerusalemme (AsiaNews) – Attentato suicida in Israele, oggi, dopo nove mesi di sospensione di questi attacchi. Tre le vittime, oltre all’attentatore, a Eilat, il centro turistico sul Mar Rosso, che finora non aveva conosciuto questo genere di attacchi. Ci sarebbero anche alcuni feriti, ma non in condizioni preoccupanti.

L’attentato è stato rivendicato da tre diversi gruppi palestinesi, condannato da Fatah e definito da Hamas “una risposta naturale” all’occupazione israeliana. Il gesto appare poter essere messo in relazione allo scontro in atto tra Hamas e Fatah, che ancora oggi ha causato tre morti, secondo l’agenzia palestinese Maan, portando a 33 il numero delle vittime che il conflitto ha causato da giovedì. Il kamikaze di Eilat, in questo quadro, da un lato servirebbe a rendere più difficile il terreno dell’incontro tra il presidente palestinese Mahmoud Abbas, il leader israeliano Ehud Olmert ed il segretario di Stato Usa Condoleezza Rice, in programma nelle prossime settimane, dall’altro rilancerebbe la tensione con Israele, costringendo Fatah ad allinearsi alla linea di scontro di Hamas.

A confermare questa visione, il fatto che l’attentato di oggi arriva il giorno dopo che Fatah e Hamas hanno accettato l’invito del re saudita Abdullah ad incontrarsi alla Mecca per cercare una via d’intesa che metta fine agli scontri, che rischiano di trasformarsi in una guerra civile.

Il kamikaze che si è fatto esplodere a Eilat - che secondo la Jihad islamica sarebbe un giovane di 21 o 23 anni, Mohammad Faysal Al-Siksek, proveniente dal quartiere Al-Choujaiyah della città di Gaza – ha scelto come obiettivo una panetteria di una zona commerciale lontana dal mare. “E’ entrato con una borsa o con un corsetto esplosivo e si è fatto saltare in aria”, ha detto alla Radio militare il portavoce della polizia, Micky Rosenfeld. La polizia ha circondato l’area ed il capo della sicurezza della città, Bruno Stein, ha espresso il timore che l’attentatore suicida non sia venuto da solo.

Subito dopo la notizia dell’esplosione, un portavoce di Fatah, Ahmad Abdul Rahman, l’ha condannata, affermando “siamo contro ogni operazione diretta contro civili, israeliani o palestinesi”. Un portavoce di Hamas, Fawzi Barhoum, l’ha invece definita “risposta naturale” all’occupazione israeliana. La frase è analoga a quella usata da un leader della Jihd, Khaled al-Batsh, che ha parlato di “risposta naturale ai continui crimini commessi dal nemico sionista”.