Oppressi dalla povertà, 3 mila filippini costretti a vendere i propri organi
di Santosh Digal
Il Palazzo presidenziale ha convocato un incontro urgente per cercare di contrastare il traffico di organi nel Paese. Una senatrice accusa le politiche nazionali, che tutelano gli stranieri e trattano i filippini come riserve di organi.
Manila (AsiaNews) – Sono sempre di più i filippini costretti dalla povertà a vendere i loro organi a ricchi occidentali in cerca di cure. L’allarme è stato lanciato da Malacanag [il Palazzo presidenziale ndr], che ha ordinato al Dipartimento salute di “intraprendere ogni azione necessaria per contrastare il fenomeno”.
Secondo i dati del governo, sono almeno 3mila i filippini coinvolti negli ultimi anni nel traffico dei nei trapianti illegali.
 
Eduardo Ermita, segretario esecutivo del governo, ha annunciato un incontro per domani fra i rappresentanti del Dipartimento, la Fondazione nazionale trapianti e l’Associazione medici filippini. Insieme, cercheranno di contrastare i “broker” di organi che operano nel Paese.
 
Ermita spiega che le linee guida dell’incontro “sono state preparate di modo da poter poi presentare una bozza di legge al Parlamento che punisca in maniera dura ed esemplare coloro che si arricchiscono con un simile traffico”.
 
Per la senatrice Luisa Ejercito, il vero problema è un altro. Il governo, infatti, starebbe vagliando un piano congiunto presentato dal Dipartimento sanità e da quello del turismo, che prevede delle facilitazioni agli stranieri che intendono beneficiare di un trapianto nel Paese. Per la senatrice, “è una proposta insensata, perché tratta i filippini come riserve viventi di organi per ricchi che vengono da fuori”.
 
Inoltre, aggiunge, “questo dannoso progetto arriva persino a tutelare gli stranieri. Se, ad esempio, il Dipartimento sanità riceve 100 organi per trapianto, 20 vengono messi da parte immediatamente e riservati ai non filippini. Questo significa discriminare e continuare a spingere i poveri a vendere le uniche cose che hanno”.