Ripresa dei colloqui diretti Nord-Sud, aiuti umanitari verso il confine
Una delegazione del ministero sudcoreano dell’Unificazione è nella parte nord della penisola per preparare la ripresa dei colloqui e l’invio degli aiuti umanitari. Fonti di AsiaNews parlano di aiuti alla popolazione “già inviati in Corea del Nord”.
Seoul (AsiaNews/Agenzie) – I rappresentanti ufficiali dei governi delle 2 Coree stanno preparando i prossimi colloqui bilaterali sul commercio e gli aiuti umanitari nella penisola, all’indomani del vertice di Pechino che ha sancito lo smantellamento dei reattori nucleari di Pyongyang.
 
Una delegazione di Seoul, guidata dal funzionario del ministero dell’Unificazione Lee Kwan-se, è partita questa mattina per il complesso industriale nordcoreano di Kaesong, dove lavorano insieme operai di entrambi i Paesi.
 
Prima della partenza, il ministro Lee Jae-joung ha detto alla delegazione: “Speriamo di ottenere progressi sostanziosi e sostanziali, non solo nell’ambito del programma nucleare nordcoreano, ma anche nell’ottica della politica del nostro governo, che prevede pace e prosperità tramite il dialogo”.
 
I colloqui diretti si erano interrotti lo scorso luglio, dopo che un test missilistico ordinato da Pyongyang aveva scatenato l’allarme internazionale. Oltre ai dialoghi, Seoul aveva ordinato l’immediata sospensione dell’invio di aiuti umanitari, fra cui 100mila tonnellate di fertilizzante e 500mila tonnellate di riso.
 
Yun Byung-se, consigliere presidenziale per la sicurezza nazionale, spiega che l’invio riprenderà solo dopo la prima riunione ufficiale dei vertici dei 2 governi. Se le relazioni intercoreane verranno riprese, ha detto, “potremo discutere di tutto”.
 
Il governo nordcoreano non ha replicato, ma fonti di AsiaNews in Corea parlano di una prima spedizione di aiuti già in viaggio per il confine settentrionale. Sarebbe inoltre presente in Corea del Nord una delegazione di membri di Organizzazioni non governative, allontanate dal regime quasi un anno fa.
 
Nel frattempo, sono ripresi anche i colloqui fra Pyongyang e Washington tesi a scongelare i conti correnti del regime nelle banche di Macao. L’impossibilità di accedere a quei conti – il vero e proprio “salvadanaio” di Kim Jong-il – era stato uno dei motivi alla base dell’allontanamento della Corea del Nord dai colloqui a 6 sul disarmo nucleare.