Ministro estremista invoca mezzi extra-giudiziari per "riportare l'ordine"
di Melani Manel Perera
La società civile si scaglia contro il neo ministro per l’Ambiente e le risorse naturali, che ipotizza l’uso di mezzi illegali per reprimere chi porta caos nel Paese: dai ribelli tamil, ai giornalisti, agli attivisti per la pace e i diritti umani.
Colombo (AsiaNews) – Il ministro cingalese ultranazionalista Patali Champika Ranawaka, nominato da due settimane a capo del dicastero per l’Ambiente e le Risorse naturali, sta già facendo parlare di sé. Ieri una sua dichiarazione sull’opportunità di reprimere la “dissidenza” - ribelli tamil o attivisti per la pace - anche attraverso mezzi extra giudiziari ha sollevato un coro di condanne unanimi da parte della società civile. Organizzazioni di giornalisti, per la libertà di stampa, della comunità musulmana e tamil hanno firmato un comunicato in cui esigono una rettifica e mettono in luce i numerosi atteggiamenti antidemocratici del nuovo ministro. Il fatto è reso più grave se si considera che Ranawaka è uno stretto collaboratore del presidente dello Sri Lanka, Mahinda Rajapakse.
 
Lo scorso 18 febbraio, al quotidiano locale “Ravaya”, Ranawaka ha dichiarato che se non bastassero le leggi esistenti a riportare ordine nel Paese, “avremo bisogno di ricorrere ad altri mezzi”. Dalla scorsa estate il nord e l’est dello Sri Lanka sono scossi da una recrudescenza della guerra civile tra esercito e ribelli delle Tigri tamil,che ha già fatto centinaia di vittime. mentre è in stallo il processo di pace.
 
Nel comunicato inoltre si accusa il ministro di sostenere la campagna del Movimento nazionale contro il terrorismo (NMAT), che mira ad  eliminare tutti i sostenitori della causa tamil a livello politico o sociale. Tra questi sono compresi anche attivisti per la pace e la libertà di espressione, già definiti dal politico “terroristi”. Le parole del ministro sono ritenute “offensive e irresponsabili per un membro del governo”.
 
Ranawaka è membro del partito dei monaci buddisti Jathika Hela Urumaya (JHU), contrario da sempre ad una divisione del potere con i tamil e alla mediazione norvegese nel processo di pace; in passato ha usato espressioni anti-semite accostando i tamil agli ebrei e teorizzando una supremazia “ariano-singalese”.
 
Il collettivo che firma il comunicato - composto da Free Media Movement, Sri Lanka Working Journalists Association, Federation of Media Employees Trade Union, Sri Lanka Muslim Media Forum e Sri Lanka Tamil journalists Alliance – chiede alla comunità internazionale e al governo cingalese di “rimanere vigile sulle minacce alla democrazia e ai diritti umani” nel Paese.