L’Iraq accoglie con favore il ritiro delle truppe britanniche
Il portavoce del presidente Talabani definisce l’avvio dell’exit strategy, uno stimolo a responsabilizzare le forze irachene sulla sicurezza nazionale. La Casa Bianca vi legge il successo della strategia della coalizione, mentre gli oppositori di Bush sottolineano la rottura di Londra con la politica statunitense.
Baghdad (AsiaNews/Agenzie) - L’Iraq ha accolto con favore il piano di ritiro graduale dal Paese annunciato ieri dal premier britannico, Tony Blair. Il portavoce del presidente Jalal Talabani ha parlato di un “gradito catalizzatore”, che costringerà le forze irachene ad assumersi la responsabilità della sicurezza nazionale.
 
La Gran Bretagna comincerà tra aprile e maggio a ridurre il proprio contingente impegnato in Iraq meridionale dalle attuali 7.100 unità a 5.500. Per l’estate inoltrata il numero di uomini potrebbe scendere fino a 5mila. Come presenza militare in Iraq, Londra è seconda solo agli Stati Uniti. Anche il governo della Danimarca ha deciso ieri il ritiro dei suoi 470 militari entro agosto.
 
Blair ha sottolineato che manterrà una presenza militare “fino al 2008 e comunque fino a quando ve ne sarà bisogno e vi sarà da fare”. Soddisfazione viene dichiarata dalla Casa Bianca, che vede nel piano di uscita britannico un segno di progresso nella strategia volta a potenziare le forze di sicurezza irachene; gli oppositori del presidente Usa George W. Bush, invece, vi leggono una rottura senza precedenti di Londra con la politica statunitense. L’annuncio di Downing Street arriva mentre Washington sta inviando altri 21.500 soldati in Iraq.
 
Nel suo discorso ieri alla Camera dei Comuni, Blair ha reso noto che l’operazione “Sinbad”, per cedere il controllo di Basra agli iracheni si è conclusa con successo; allo stesso tempo ha ammesso che la città è ancora “difficile e a volte pericolosa”, anche se la ricostruzione va avanti e diminuisce il numero di omicidi e rapimenti. Ha poi sottolineato l’importanza di mostrare agli iracheni che la Gran Bretagna, come gli altri membri della forza multinazionale, non intendono rimanere in Iraq più del necessario.
 
Mowaffak al-Rubaie, consigliere per la sicurezza nazionale dell’Iraq, ha lodato il lavoro dell’esercito britannico, auspicando però un ritiro più veloce.