Città del Vaticano (AsiaNews) - Il papa ha chiesto a cristiani e non cristiani nel mondo di mobilitarsi a favore del diritto alla vita, “diritto fondamentale alla base di tutti gli altri diritti”. Affermando che sul riconoscimento di esso “si fonda l'umana convivenza e la stessa comunità politica”, egli ha puntato il dito sulle vecchie e nuove forme con cui si diffondono gli attacchi contro la vita: aborto, eutanasia, controllo della popolazione, eugenismo (cioè la ricerca del “figlio perfetto” attraverso la manipolazione degli embrioni). Il pontefice ha anche messo in guardia dalla vasta manipolazione delle coscienze nella società contemporanea e ha domandato a tutti di educare a far rinascere coscienze amanti della verità e del bene.
L’occasione è stata l’udienza data oggi ai partecipanti della XIII assemblea generale organizzata in Vaticano dalla Pontificia Accademia per la Vita, dal tema: "La coscienza cristiana a sostegno del diritto alla vita".
Sono anzitutto i cristiani a doversi mobilitare per tale diritto, coscienti che “con l’Incarnazione, il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo (Gaudium et spes, 22)”. Ma le motivazioni cristiane “hanno profonde radici nella legge naturale” e perciò possono “essere condivise da ogni persona di retta coscienza”.
Benedetto XVI ha messo sotto accusa anche i “mezzi di pressione collettiva” e i “poteri dei più forti” che spesso indeboliscono e sembrano “paralizzare anche le persone di buona volontà”.
Aborto, eugenismo, Pacs
In un’accurata analisi della situazione mondiale, il pontefice ha fatto notare che gli attacchi al diritto alla vita si sono estesi e moltiplicati, assumendo anche nuove forme. “Sono sempre più forti – ha detto - le pressioni per la legalizzazione dell’aborto nei Paesi dell’America Latina e nei Paesi in via di sviluppo, anche con il ricorso alla liberalizzazione delle nuove forme di aborto chimico sotto il pretesto della salute riproduttiva: si incrementano le politiche del controllo demografico, nonostante che siano ormai riconosciute come perniciose anche sul piano economico e sociale.
Nello stesso tempo, nei Paesi più sviluppati cresce l’interesse per la ricerca biotecnologica più raffinata, per instaurare sottili ed estese metodiche di eugenismo fino alla ricerca ossessiva del "figlio perfetto", con la diffusione della procreazione artificiale e di varie forme di diagnosi tendenti ad assicurarne la selezione. Una nuova ondata di eugenetica discriminatoria trova consensi in nome del presunto benessere degli individui e, specie nel mondo economicamente progredito, si promuovono leggi per legalizzare l’eutanasia. Tutto questo avviene mentre, su un altro versante, si moltiplicano le spinte per la legalizzazione di convivenze alternative al matrimonio e chiuse alla procreazione naturale. In queste situazioni la coscienza, talora sopraffatta dai mezzi di pressione collettiva, non dimostra sufficiente vigilanza circa la gravità dei problemi in gioco, e il potere dei più forti indebolisce e sembra paralizzare anche le persone di buona volontà”.
Educare la coscienza al vero e alla morale
Il papa si è poi focalizzato sul bisogno urgente di far maturare le coscienze in un amore alla verità e alla morale, sfidando il relativismo imperante: “La formazione di una coscienza vera, perché fondata sulla verità, e retta, perché determinata a seguirne i dettami, senza contraddizioni, senza tradimenti e senza compromessi, è oggi un’impresa difficile e delicata, ma imprescindibile. Ed è un’impresa ostacolata, purtroppo, da diversi fattori. Anzitutto, nell’attuale fase della secolarizzazione chiamata post-moderna e segnata da discutibili forme di tolleranza, non solo cresce il rifiuto della tradizione cristiana, ma si diffida anche della capacità della ragione di percepire la verità ci si allontana dal gusto della riflessione. Addirittura, secondo alcuni, la coscienza individuale, per essere libera, dovrebbe disfarsi sia dei riferimenti alle tradizioni, sia di quelli basati sulla ragione. Così la coscienza, che è atto della ragione mirante alla verità delle cose, cessa di essere luce e diventa un semplice sfondo su cui la società dei media getta le immagini e gli impulsi più contraddittori”.
Egli ha chiesto l’aiuto di tutti per “rieducare al desiderio della conoscenza della verità autentica, alla difesa della propria libertà di scelta di fronte ai comportamenti di massa e alle lusinghe della propaganda, per nutrire la passione della bellezza morale e della chiarezza della coscienza”. “In mancanza di una formazione continua e qualificata – ha continuato - diventa ancor più problematica la capacità di giudizio nei problemi posti dalla biomedicina in materia di sessualità, di vita nascente, di procreazione, come anche nel modo di trattare e curare i pazienti e le fasce deboli della società”.
Egli ha anche chiesto che nelle comunità cristiane, nelle famiglie e nelle parrocchie, “accanto alla formazione cristiana, finalizzata alla conoscenza della Persona di Cristo, della sua Parola e dei Sacramenti, nell’itinerario di fede dei fanciulli e degli adolescenti occorre unire coerentemente il discorso sui valori morali che riguardano la corporeità, la sessualità, l’amore umano, la procreazione, il rispetto per la vita in tutti i momenti, denunciando nel contempo con validi e precisi motivi, i comportamenti contrari a questi valori primari”.
Pregando perché vi siano sempre più “testimoni forniti di coscienza vera e retta”, egli ha chiesto l’aiuto di “professionisti, filosofi, teologi, scienziati e medici. In una società talora chiassosa e violenta, con la vostra qualificazione culturale, con l’insegnamento e con l’esempio, potete contribuire a risvegliare in molti cuori la voce eloquente e chiara della coscienza”.
Armonia fra vescovi e laici
Citando il Concilio il papa ha infine chiesto ai laici di “accogliere quanto i pastori decidono come maestri e capi della Chiesa". Ai pastori ha domandato di servirsi volentieri del “prudente consiglio” dei laici, promuovendone la responsabilità.
“Quando è in gioco il valore della vita umana – egli ha concluso - questa armonia tra funzione magisteriale e impegno laicale diventa singolarmente importante: la vita è il primo dei beni ricevuti da Dio ed è fondamento di tutti gli altri; garantire il diritto alla vita a tutti e in maniera uguale per tutti è dovere dal cui assolvimento dipende il futuro dell’umanità”.
A conclusione del suo discorso Benedetto XVI ha affidato i lavori e i risultati dell’assemblea “all’intercessione della Vergine Maria, che la tradizione cristiana saluta come la vera ‘Madre di tutti i viventi’”.