Tensione sull’isola: ad un mese dalle elezioni i ribelli razziano armi
Jakarta chiude i confini con Timor Est dopo che i ribelli hanno rubato numerose armi alla polizia locale; il 9 aprile si svolgeranno le elezioni generali, alla poltrona presidenziale si candida anche l’attuale premier Ramos-Horta.
Dili (AsiaNews/Agenzie) – Timor Est si prepara alle imminenti elezioni generali in un clima sociale e politico sempre più teso. L’Indonesia ha chiuso i confini con il piccolo Stato, dopo che un gruppo di ribelli lo scorso 25 febbraio ha assalito un posto di polizia a Maliana, vicino alla frontiera, razziando decine di armi automatiche. Oggi il contingente internazionale presente sull’isola ha dato il via ad una vera e propria caccia all’uomo: si sospetta che dietro l’operazione ci sia la mano di Alfredo Reinado, ex capo della polizia militare, tra i responsabili degli scontri di maggio scorso tra forze governative e soldati disertori. Arrestato dopo questi episodi, che hanno costretto alle dimissioni il premier Mari Alkatiri, Reinado, il disertore è poi riuscito a fuggire di prigione.
 
Analisti temono che la tensione a Timor Est possa salire ulteriormente con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali e parlamentari del prossimo 9 aprile. Nella sua breve storia, il piccolo Stato - indipendente dall’Indonesia dal 1999 - ha già vissuto sanguinose violenze etniche e politiche. Alla corsa per la poltrona di presidente correrà anche l’attuale primo ministro Ramos-Horta. Premio Nobel per la pace 1996, Ramos-Horta è anche uno dei fondatori del Fretelin (Fronte rivoluzionario per l’indipendenza di Timor Est).