Un gas intrappolato nel ghiaccio potrebbe rivoluzionare l’economia mondiale
Sotto il ghiaccio del Canada si vuole estrarre idrato di metile, che si trasforma in gas naturale. Ci sono grandi le difficoltà tecniche, ma immensi depositi. Se fosse possibile una produzione su vasta scala, Usa e Gran Bretagna ne diventerebbero produttori leader.

Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – A marzo il Giappone inizierà i test per estrarre gas di idrato di metile dai ghiacci polari. Potrebbe essere una fonte di energia economica e abbondante, tale da mutare il volto del mondo. La statale Japan Oil Gas and Metals National Corp. (Jogmec) cercherà di produrre gas naturale dall’idrato di metile contenuto nei ghiacci perenni del Circolo polare artico in Canada, in collaborazione con il ministero canadese per le Risorse naturali.

L’idrato di metile è un gas che, liberato, diventa gas naturale. Ci sono grandi depositi dentro e sotto i ghiacci perenni e sotto il fondale degli oceani a oltre 500 metri. L’aumento della temperatura può favorire il rilascio di questo gas nell’ambiente. Grandi quantità se ne trovano anche nei depositi di arenaria che prima erano sotto il ghiaccio artico.

Gli attuali giacimenti di gas naturale sono stimati pari a circa 370 trilioni di metri cubi (tcm) e si prevede si esauriranno in 60 anni. I depositi di idrato di metile sono stimati essere tra 2.800 tmc e 8,5 milioni di tmc. I depositi marini sono distribuiti in tutto il mondo ma l’estrazione è difficile, perché la concentrazione del gas è esigua. Inoltre i tentativi di estrazione o un terremoto sotterraneo possono rompere il fondale dell’oceano e far emergere “bolle” di gas, che causano alte onde che possono travolgere le imbarcazioni come pure le piattaforme di perforazione.

Per estrarre il gas naturale dall’idrato di metile la Jogmec vuole ridurre la pressione, permettendo all’idrato di vaporizzarsi e salire per il pozzo di trivellazione per essere raccolto con i modi in genere usati per il gas. Comunque lo sfruttamento di questa risorsa richiede tempi lunghi. Occorre, infatti, non solo migliorare la tecnologia per l’estrazione, ma anche costruire le infrastrutture necessarie per raccoglierlo, gasdotti per trasportarlo e depositi di raccolta. In posti come la regione del North Slope in Alaska occorrerà costruire strade e gasdotti, ma l’estrazione dovrebbe poi essere abbastanza rapida; mentre sarà più difficile lo sfruttamento del fondo dell’oceano.

Se risulterà possibile un’estrazione su vasta scala ci sarà un’abbondanza di gas naturale, che potrebbe rivoluzionare il mondo e trasformare Paesi come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna da grandi importatori di gas in principali esportatori.