Papa: per il cristiano la preghiera “è questione di vita o di morte”
Prendendo spunto dalla Trasfigurazione, Benedetto XVI sottolinea come la preghiera non rappresenta una fuga dalla realtà, ma la piena unione della nostra volontà con quella di Dio. Sabato prossimo il Papa guiderà una veglia alla quale prenderanno parte, grazie alla radio e alla televisione, studenti d’Europa e d’Asia.
Città del Vaticano (AsiaNews) - La preghiera, per il cristiano, “non è un accessorio, un optional, ma è questione di vita o di morte. Solo chi prega, infatti, cioè chi si affida a Dio con amore filiale, può entrare nella vita eterna, che è Dio stesso”.
 
La preghiera, sullo spunto della Trasfigurazione, è stato il tema del quale Benedetto XVI ha parlato al primo Angelus dopo la conclusione dei suoi esercizi spirituali alle 30mila persone presenti in piazza San Pietro in una giornata di sapore nettamente primaverile.
 
Del brano evangelico di Luca, il Papa ha sottolineato come sul monte Tabor, “nel corso della conversazione di Gesù con Mosè ed Elia, apparsi accanto a Lui trasfigurato. Essi ‘parlavano della sua dipartita (in greco éxodos),
che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme’ (9,31). Dunque, Gesù ascolta la Legge e i profeti che gli parlano della sua morte e risurrezione. Nel suo dialogo intimo con il Padre, Egli non esce dalla storia, non sfugge alla missione per la quale è venuto nel mondo, anche se sa che per arrivare alla gloria dovrà passare attraverso la Croce. Anzi, Cristo entra più profondamente in questa missione, aderendo con tutto se stesso alla volontà del Padre, e ci mostra che la vera preghiera consiste proprio nell’unire la nostra volontà a quella di Dio”.
 
“Per un cristiano, pertanto, pregare non è evadere dalla realtà e dalle responsabilità che essa comporta, ma assumerle fino in fondo, confidando nell’amore fedele e inesauribile del Signore. Per questo, la verifica della trasfigurazione è, paradossalmente, l’agonia nel Getsemani (cfr Lc 22,39-46)”. Di qui l’affermazione che la preghiera, per il cristiano, “non è un accessorio, un optional, ma è questione di vita o di morte. Solo chi prega, infatti, cioè chi si affida a Dio con amore filiale, può entrare nella vita eterna, che è Dio stesso”.
 
“Durante questo tempo di Quaresima – ha concluso Bnedetto XVI - chiediamo a Maria, Madre del
Verbo incarnato e Maestra di vita spirituale, di insegnarci a pregare come faceva il suo Figlio, perché la nostra esistenza sia trasformata dalla luce della sua presenza”.
 
Dopo la recita della preghiera mariana, infine, il Papa ha dato appuntamento per la veglia mariana che egli guiderà sabato prossimo, 10 marzo. L’incontro è destinato ai giovani universitari di Roma, ma ad essa parteciperanno, grazie ai collegamenti radiotelevisivi, anche studenti di altri Paesi dell’Europa e dell’Asia. “Invocheremo – ha detto in proposito Benedetto XVI - l’intercessione di Maria, Sedes Sapientiae, perché il Signore mandi testimoni della verità evangelica, per costruire la civiltà dell’amore in questi due Continenti e nel mondo intero”.