Kamikaze contro gli sciiti: in un giorno 118 morti
Ieri diversi attentati hanno colpito fedeli sciiti; nel più grave a Hilla sono morti almeno 90 pellegrini diretti alla città santa di Karbala. Premier iracheno: responsabilità è dei seguaci di Saddam, intenzionati ad alimentare gli scontri settari.
Baghdad (AsiaNews/Agenzie) - È stato il giorno più sanguinoso in Iraq da quando, tre settimane fa, Washington e Baghdad hanno lanciato il nuovo piano per mettere fine alle violenze settarie nel Paese. Ieri almeno 118 persone sono morte in diversi attentati: il più sanguinoso ha colpito un folto gruppo di pellegrini sciiti ad Hilla, a sud della capitale. Il bilancio del doppio kamikaze è di almeno 90 morti e oltre 150 feriti, tra cui molti giovani e donne. Le esplosioni sono avvenute all’interno di un tendone adibito al ristoro dei fedeli diretti a Karbala per commemorare, il prossimo 9 marzo, il 40mo giorno di Ashura, ricorrenza sacra per gli sciiti.
 
La strage di ieri ha suscitato la ferma condanna del segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, che si è detto "oltraggiato". Egli ha poi invitato le varie fazioni irachene ad affrontare con calma la situazione e i politici a scoprire i colpevoli.
 
Anche la popolazione locale ha reagito duramente: nella zona sono stati sparati colpi di arma da fuoco, mentre piovevano le accuse alle forze di sicurezza nazionali incapaci di proteggere i pellegrini dagli estremisti. Il premier iracheno Nouri al Maliki vede dietro al massacro la responsabilità dei seguaci, sunniti, del defunto dittatore Saddam Hussein, interessati a fomentare gli scontri settari.
 
Sempre ieri in altre zone del Paese, tra cui Baghdad, diversi attentati hanno ucciso altri 28 sciiti.