Vaticano: la giusta lotta per la parità dei sessi non dimentichi le differenze
Nel suo intervento all’Onu l’8 marzo, mons. Migliore spiega che la tendenza ad annullare le diversità tra uomo e donna non aiuta a raggiungere l’uguaglianza, ma piuttosto contribuisce a destabilizzare società e famiglia: i due sessi sono “complementari, non antagonisti”.

New York (AsiaNews) – Una “autentica” ricerca dell’uguaglianza tra uomo e donna deve procedere di pari passo con la consapevolezza della loro “naturale differenza e complementarietà”; la tendenza ad “annullare le differenze fisiche e ad enfatizzare quelle culturali tra i due sessi intacca la stabilità sociale e della famiglia”. Su questo l’osservatore permanente della Santa Sede, mons. Celestino Migliore, ha invitato a riflettere nel suo intervento di ieri all’assemblea generale delle Nazioni Unite. Nella Giornata della donna, 8 marzo, la 61ma sessione dell’assemblea generale delle Nazioni Unite ha discusso sulla “Promozione dell’uguaglianza dei sessi e sul conferimento di poteri alle donne”.

Mons. Migliore ha riconosciuto che la ricerca della parità di diritti tra uomo e donna ha ottenuto risultati positivi, ma che la più generale “lotta per l’uguaglianza non sarà mai autentica” senza il parallelo “riconoscimento della diversità fisiche e dei ruoli”, che porta al conseguenze rispetto reciproco. Il rappresentante vaticano denuncia che è in corso una “tendenza a confondere, se non addirittura negare, le differenze - soprattutto fisiche - tra i due sessi, a farle apparire solo come un effetto di condizionamenti storici o culturali”; il conferimento di maggiori poteri alla donna si otterrà quando queste differenze verranno riconosciute ed evidenziate come complementari” e non antagoniste.

Nel ribadire la necessità di continuare a combattere ogni forma di discriminazione che ostacoli il contributo attivo del “genio della donna” nella società, mons. Migliore ha portato anche esempi concreti di come la Chiesa lavori in questa direzione. È il caso dei programmi di microfinanza del Catholic Relief Service che hanno conferito a donne povere “capacità manageriali e amministrative, fiducia in se stesse e portato ad un miglioramento delle loro condizioni di vita”: maggiore rispetto da parte degli uomini, consapevolezza dell’importanza dell’istruzione e miglioramento dello stato di salute della famiglia stessa.