Papa: continuo a pregare per l'Iraq e la sua Chiesa
Mons. Rabban al-Qas, vescovo del Kurdistan, porta al Papa i saluti dei fedeli iracheni e dei seminaristi di Ankawa e Benedetto XVI ricambia. Nonostante il dramma della guerra, “i cristiani in Iraq hanno ancora fede, speranza e amore”.
Città del Vaticano (AsiaNews) – “L’amore del Papa per la Chiesa irachena è di grande sostegno e ci dà la forza di continuare a sperare”. Così ad AsiaNews mons. Rabban al-Qas, vescovo caldeo di Amadiyah ed Erbil (Kurdistan), riferisce del suo breve incontro oggi con Benedetto XVI al termine dell’udienza generale in piazza San Pietro. Il presule, in questi giorni a Roma, ha portato al Papa “i saluti di tutta la diocesi, degli studenti del Seminario maggiore caldeo di Saint Peter e del Babel College”, da poco trasferitisi ad Ankawa per la grave insicurezza che regna a Baghdad. Nel breve scambio di parole tra i due, Benedetto XVI “ha ricambiato i saluti e assicurato le sue preghiere per l’Iraq e tutti i seminaristi”.
 
Mons. Rabban ha presentato poi anche “i saluti delle autorità del Kurdistan, primo di tutti il presidente Massoud Barzani, impegnato nella ricostruzione di numerosi villaggi cristiani”. Il nord dell’Iraq è rifugio per molti cristiani costretti alla fuga dall’inferno della capitale o di Mosul. Il vescovo spiega che “la crescente insicurezza nel Paese ha costretto alla chiusura di numerose chiese e all’emigrazione di diversi sacerdoti all’estero, soprattutto in Canada e Germania. La riapertura in Kurdistan del Seminario maggiore e del Babel College – unica università teologica in Iraq – ha ridato speranza alla nostra comunità”.
 
“Questa Quaresima – continua mon. al-Qas – vede una grande partecipazione dei fedeli: alla Via Cucis del venerdì come pure al catechismo e alle messe domenicali nei villaggi, sempre molto affollate. Il digiuno, poi, è rispettato per tutta la durata del periodo di preparazione alla Pasqua”. “Il Papa – conclude – dimostra di amare la nostra Chiesa e noi vogliamo essere testimoni di amore e coraggio per tutto il mondo. I cristiani dell’Iraq hanno ancora fede e speranza e sono convinti che Dio non li ha dimenticati, prima o poi vedremo la pace”.